Spazio anche alle notizie riguardanti il nostro Paese. L’Italicum al centro dell’editoriale di Pino Malandrino, direttore della Vita Diocesana (Noto): “Molti esperti assicurano che quella realizzata è la riforma meno peggiore che oggi, nelle condizioni politiche attuali, poteva ottenersi. Finalmente si realizzerà una aspettativa da tutti invocata: al termine delle elezioni si saprà, con certezza, chi avrà vinto e, quindi, dovrà governare e chi avrà perso e fare l’opposizione”. Stefano Fontana, direttore di Vita Nuova (Trieste), ribattezza la nuova legge elettorale “Renziellum”, che “è fatto su misura per Renzi, non bisogna che su questo punto ci sbagliamo”. Adriano Bianchi, direttore della Voce del Popolo (Brescia), si chiede: “Dopo quello europeo dello scorso anno che ‘ha incoronato’ Matteo tra i leader con più alto consenso nella storia italiana, cosa accadrà il prossimo 31 maggio quando a votare andranno quasi 23 milioni di italiani? Renzi è un leader, non c’è dubbio. Il problema è semmai che sia l’unico spendibile oggi in Italia. Più che un problema suo è un problema del Paese”. Per Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza), “l’Italia ha bisogno di percorrere con decisione la strada delle riforme. La ripresa passa di qui. Per questo bisogna insieme perseguire il cambiamento e dire no a chi vuole ancora un Paese bloccato e ripiegato su se stesso”.
In Italia un problema grande è la disoccupazione. “Assistiamo al continuo esodo di giovani e giovani adulti. L’immobilità sociale presente nel nostro Paese è un forte incentivo all’abbandono dei confini nazionali”, eppure, “l’esperienza ormai dovrebbe aver insegnato che proporre un lavoro per sbarcare il lunario nell’immediato non è sufficiente a sostenere la progettualità di chi vuol costruirsi una vita”: lo denuncia L’Ora del Salento (Lecce), rilanciando un articolo del Sir. La verità, sostiene La Valsusa (Susa), è che “la disoccupazione, soprattutto quella giovanile, è la vergogna dell’Italia. Siamo quasi seduti all’ultimo banco, vicini alla Grecia”. Ma, fa notare L’Araldo Abruzzese (Teramo-Atri), che pubblica un articolo del Sir, “per mirare ad una piena occupazione o comunque a quella percentuale (il 4%) di disoccupazione considerata dagli economisti ‘fisiologica’, occorre muovere tutte le leve disponibili”.
Altra questione sollevata è quella del divorzio breve, da cui, osserva Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone), viene “un messaggio di sfiducia evidente, più che una conquista di civiltà, di libertà, come molti dicono”.
A proposito della riforma sulla scuola interviene Nicola Sangiacomo, vicedirettore della Settimana (Livorno): “Dinanzi alle ultime riforme, una delle critiche ricorrenti è sempre stata quella di favorire la cosiddetta scuola privata rispetto a quella pubblica”, ma è una critica “molto ideologica e poco coerente con la normativa europea che garantisce all’interno dell’Unione europea libertà di insegnamento”.
E che dire della consegna della posta a singhiozzo? Il Nuovo Giornale (Piacenza-Bobbio) pubblica un’intervista al presidente della Fisc, Francesco Zanotti, che spiega che all’Agcom “esprimeremo la nostra più totale contrarietà alla consegna a giorni alterni”. Sulla recente sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittimo il blocco della rivalutazione degli assegni pensionistici al di sopra dei 1500 euro interviene Gente Veneta (Venezia): “La Corte Costituzionale dov’era quando in Italia si andava in pensione a 35 anni? Dov’era quando il primo assegno pensionistico (rivalutabile!) corrispondeva all’80% della media degli ultimi stipendi? Non si stavano, in germe, violando già allora princip…
In Italia un problema grande è la disoccupazione. “Assistiamo al continuo esodo di giovani e giovani adulti. L’immobilità sociale presente nel nostro Paese è un forte incentivo all’abbandono dei confini nazionali”, eppure, “l’esperienza ormai dovrebbe aver insegnato che proporre un lavoro per sbarcare il lunario nell’immediato non è sufficiente a sostenere la progettualità di chi vuol costruirsi una vita”: lo denuncia L’Ora del Salento (Lecce), rilanciando un articolo del Sir. La verità, sostiene La Valsusa (Susa), è che “la disoccupazione, soprattutto quella giovanile, è la vergogna dell’Italia. Siamo quasi seduti all’ultimo banco, vicini alla Grecia”. Ma, fa notare L’Araldo Abruzzese (Teramo-Atri), che pubblica un articolo del Sir, “per mirare ad una piena occupazione o comunque a quella percentuale (il 4%) di disoccupazione considerata dagli economisti ‘fisiologica’, occorre muovere tutte le leve disponibili”.
Altra questione sollevata è quella del divorzio breve, da cui, osserva Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone), viene “un messaggio di sfiducia evidente, più che una conquista di civiltà, di libertà, come molti dicono”.
A proposito della riforma sulla scuola interviene Nicola Sangiacomo, vicedirettore della Settimana (Livorno): “Dinanzi alle ultime riforme, una delle critiche ricorrenti è sempre stata quella di favorire la cosiddetta scuola privata rispetto a quella pubblica”, ma è una critica “molto ideologica e poco coerente con la normativa europea che garantisce all’interno dell’Unione europea libertà di insegnamento”.
E che dire della consegna della posta a singhiozzo? Il Nuovo Giornale (Piacenza-Bobbio) pubblica un’intervista al presidente della Fisc, Francesco Zanotti, che spiega che all’Agcom “esprimeremo la nostra più totale contrarietà alla consegna a giorni alterni”. Sulla recente sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittimo il blocco della rivalutazione degli assegni pensionistici al di sopra dei 1500 euro interviene Gente Veneta (Venezia): “La Corte Costituzionale dov’era quando in Italia si andava in pensione a 35 anni? Dov’era quando il primo assegno pensionistico (rivalutabile!) corrispondeva all’80% della media degli ultimi stipendi? Non si stavano, in germe, violando già allora princip…