LA QUESTIONE EDUCATIVA

Sul nuovo anno scolastico anche l’editoriale di Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina), il quale allarga la riflessione alla necessità per le nuove generazioni di avere maestri e testimoni. “Mancano i maestri – sottolinea Zanotti – e mancano anche i testimoni, quelli che parlano poco, ma raccontano molto con la loro vita. Quelli che hanno passione e cuore per chi sta loro accanto. Quelli che sbagliano mille volte al giorno e altre mille volte sono capaci di domandare perdono, di mendicare un gesto di misericordia da Dio, ma anche dal coniuge, dai figli, dagli amici, dai colleghi. Mancano questi maestri? Forse sono più vicini di quel che pensiamo”. In diverse occasioni, viene ricordato sulla Vita Picena (Ascoli Piceno) “Benedetto XVI parla dell’emergenza educativa come di un problema antropologico, di un’interpretazione metafisica dell’humanum in cui la relazionalità è elemento essenziale. Con il termine educazione non ci si riferisce solo all’istruzione o alla formazione al lavoro, ma alla formazione completa della persona (cfr: ‘Caritas in Veritate’, nn.55,61)”. Emilio Pastormerlo, direttore dell’Araldo Lomellino (Vigevano), ritorna sul messaggio del Papa per la prossima Giornata mondiale della gioventù di Madrid. “Naturalmente – dice Pastormerlo – critiche, polemiche e anche qualche pungente ironia sono venute da chi, come al solito, non ha capito il vero senso delle parole del Papa. Ma tant’è, forse tutto il male non viene per nuocere, perché le reazioni a quella frase sul posto di lavoro, consentono anche di aprire orizzonti proprio sul cosiddetto ‘posto fisso’ che dovrebbe essere, secondo alcuni, il vero punto di riferimento dei giovani e di tutti i lavoratori”. Purtroppo, aggiunge il direttore, “gli orizzonti indicati dal Papa nel suo messaggio, oggi non li indica più nessuno. Anche il ‘posto fisso’, il più delle volte, non serve ai giovani per pensare ad un futuro con una nuova famiglia, una professione, una realizzazione personale, ma viene visto come unica garanzia per le ricariche dei cellulari, i viaggi, le auto, il divertimento. Ecco l’equivoco di fondo ed ecco perché le parole del Papa non sono state capite. Forse non c’è più il tessuto sociale capace di recepire questi messaggi a cominciare proprio da quei ‘punti fermi’ che, secondo Benedetto XVI, i giovani dovrebbero ricevere dalle generazioni che li precedono. Quali ‘punti fermi’ oggi consegniamo ai giovani? Il ‘posto fisso’… anche se fosse è poca cosa!”. Ai giovani è anche dedicato l’editoriale di Luigi Taliani, direttore di Emmaus (Macerata), il quale riflette in modo particolare sull’“anno internazionale della gioventù” indetto dall’Onu e aperto lo scorso 12 agosto. Si tratta, spiega Taliani, di “un anno che intende – nelle dichiarazione delle Agenzie Onu – promuovere ideali di pace, rispetto dei diritti umani e solidarietà tra le generazioni, culture e religioni. Ma che ha lasciato non poche perplessità tra le organizzazioni non governative che difendono i valori della famiglie e della vita. (…) A mettere in allarme, tra le altre cose, è il fatto che uno dei documenti ufficiali non contenga alcun riferimento al ruolo della famiglia d’origine e che i genitori vengano messi da parte a favore di interventi direttamente rivolti ai giovani”.
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