LA POLITICA E LA PROTESTA DEI “FORCONI”

“Malessere”; “I tanti volti dei forconi”; “Siamo sull’orlo del baratro?”; “Per un nuovo inizio”; “La riscossa dei nati negli anni 70”; “Adesso tocca a noi”. Sono alcuni dei titoli dei settimanali che ben sintetizzano l’attualità socio-politica italiana, caratterizzata in questi giorni dalle proteste dei cosiddetti “forconi”, ma non solo, e proiettata verso il futuro con i tre nuovi leader nati negli anni Settanta: Matteo Renzi (Pd), Angelino Alfano (Ncd) e Matteo Salvini (Lega Nord). “Giorni difficili per il Paese, ma anche giorni di speranza”, è il pensiero che accomuna molti editoriali. Difficili per la protesta, “che va certo compresa nelle sue istanze reali e profonde – afferma Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia) – ma che ha bisogno di progetti chiari e di opere organiche. Chi si rimbocca le maniche e s’impegna direttamente in un progetto realistico di ripresa – senza barare! – merita fiducia e va sostenuto”. Ezio Bernardi, direttore della Guida (Cuneo), rileva che “la protesta dei forconi che dilaga e attecchisce sul terreno delle crescenti povertà e della mancanza di lavoro, segnala qua e là derive violente e destabilizzanti. Per questo preoccupa e fa paura. Ci vuole fermezza e responsabilità perché non prevalga chi cerca il caos per il caos”. Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone), invita a fare “attenzione” e a “non scherzare con il fuoco” perché “il momento è delicato. Vi è bisogno di serietà e impegno. Di buoni esempi. Di giustizia. Di carità. Di solidarietà”. Per Walter Lamberti, direttore della Fedeltà (Fossano), “serve una proposta, uno spiraglio, un progetto di ricostruzione. È questo il messaggio che devono cogliere le persone che abbiamo delegato a rappresentarci e gestire la cosa pubblica. Al di là ancora delle diverse opinioni politiche, dei giochi di potere e delle lotte tra chi governa e chi si oppone. Bisogna tornare a una politica che guardi ai problemi reali e non soltanto alle campagne elettorali e agli spot da salotto televisivo”. La Cittadella (Mantova) concorda: “Tanti, troppi, continuano a vivere nelle comode paludi di una politica ipertrofica di poltrone e burocrazia quanto avara di efficienza ed efficacia. La realtà negativa che emerge da questo scenario è quella di un crescente qualunquismo. (…) Forse non siamo prossimi al baratro ma i segnali di allarme vanno sempre più presi sul serio”. In questo quadro giunge, però, un messaggio di speranza rappresentato dai tre nuovi leader politici. Anzitutto Renzi, eletto domenica scorsa segretario nazionale del Pd. Per lui, afferma Giovanni Barbieri, vicedirettore del Corriere Apuano (Massa Carrara-Pontremoli), “ora è il momento di abbassare i toni, d’imparare a gestire il ‘potere’, di mettersi in ascolto dei bisogni del Paese per affrontarli e, soprattutto, convincere gli apparati interni al partito a seguire le indicazioni della segreteria”. Insieme a Renzi, si sono affermati, negli stessi giorni, Alfano e Salvini. Se questo “ringiovanimento della classe politica – osserva Marino Cesaroni, direttore di Presenza (Ancona-Osimo) – significa anche rinnovamento nei comportamenti e nelle azioni verso la solidarietà, l’aiuto reciproco, il confronto leale e schietto per le riforme, l’abbattimento dei costi della ‘cosa pubblica’ in generale, possiamo dire che abbiamo imboccato la strada giusta”. Per Adriano Bianchi, direttore della Voce del Popolo (Brescia), “una nuova generazione di politici, forse, potrebbe significare un sospiro di sollievo nel guardare al domani. Un domani che, però, è già oggi perché famiglie, giovani e disoccupati, insomma, il Paese non può più aspettare”. In Italia, infatti, evidenzia Pier Giovanni Trossero, d…

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