LA POLITICA

Martedì 14 dicembre, secondo Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza), “sembra dover essere una di quelle date destinate a rimanere nella storia. Qualunque sia l’esito del voto contro il governo Berlusconi presentato dalle Opposizioni e da Futuro e Libertà, il prossimo martedì segnerà un passaggio decisivo per le sorti della presente legislatura e del futuro prossimo dell’Italia”. Comunque, “l’elemento che domina la scena è l’incertezza: è questa infatti la cifra che meglio sintetizza l’attuale fase di una stagione politica che per quanto deludente sembra non volersi concludere”. Anche per Il Nuovo Giornale (Piacenza-Bobbio), “il 14 dicembre sarà il giorno della verità: il Governo otterrà la fiducia o verrà sfiduciato alla Camera. Capire quello che sta succedendo a livello politico non è semplice”. Scrive della “posta in gioco del 14 dicembre” anche La Guida (Cuneo): “La partita si gioca in ogni caso sulla pelle di un Paese che deve far fronte ad una serie impressionante di sfide delicate e decisive per il suo futuro”. Per Roberto Pensa, direttore della Vita Cattolica (Udine), “una prospettiva diversa potrebbero aprirla i cattolici in Italia. Anche di questo si è parlato nei giorni scorsi al X Forum organizzato dal Servizio nazionale per il progetto culturale della Cei sul significato odierno dei 150 anni dell’Unità d’Italia”. Quella dei cattolici, dice Pensa, è una “risorsa ideale per dare valori, contenuti e obiettivi a questa politica schiacciata sul presente e priva di progettualità”. Ed è anche una “risorsa reale perché all’interno delle comunità cristiane nascano nuove vocazioni e leadership per una politica intesa come servizio al bene comune, dal livello comunale fino a quello nazionale, come hanno recentemente auspicato i vescovi italiani”. Amazio Possenti, direttore del Popolo Cattolico (Treviglio), si chiede: “In un Paese dove l’‘attrazione politica’ è in netto e costante calo (vedi il crescente astensionismo alle urne), quale richiamo – realistico – possono sperare di suscitare i grandi network, quando il pubblico (pur se alto appare questo o quello share di ascolto) o snobba o se ne sta in disparte? Eppure sono tante le problematiche vere, sulle quali misurarsi”.
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