LA PACE E L’IMPEGNO DI CIASCUNO

Una fotografia della situazione in Siria viene offerta da Voce della Vallesina (Jesi) che pubblica un reportage di Asmae Dachan, giornalista italo-siriana. “La Siria – scrive tra l’altro la giornalista – è un Paese in ginocchio, dove tutte le componenti della popolazione, di ogni etnia e religione, stanno subendo una pesante repressione, che ha causato oltre 130mila morti, 2 milioni di profughi, 8 milioni di sfollati, 250mila persone scomparse”. Ma “non bisogna rassegnarsi all’ineluttabilità della guerra”, ribadisce Luciano Sedioli, direttore del Momento (Forlì-Bertinoro): chi lo fa “non crede né all’uomo, tanto meno a Dio; va solo a infittire le nefaste schiere dei ‘globalizzatori d’indifferenza’”. Per Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone), “non si può correre il pericolo di una deflagrazione mondiale, incendiando ancor più tutto il mondo musulmano. Da cristiani, da gente semplice ci è data una possibilità, un potere ‘spirituale’, totalmente inerme, quello della preghiera e del digiuno. Il primo si rivolge a tutti i credenti (…). Il secondo si rivolge anche ai non credenti. Un gesto simbolico è il digiuno con un potere comunicativo straordinario: non vogliamo la guerra. Vogliamo un mondo di pace, vogliamo essere uomini e donne di pace”. E Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina), aggiunge: “La pace nel mondo è affar nostro. Dipende dall’impegno di ciascuno di noi. Ognuno può mettere del suo, nella vita di ogni giorno. A cominciare dal silenzio. Ma non è finita qui perché ‘chi odia nel suo cuore suo fratello è un omicida’. Non è solo questione di Medio Oriente. Sempre e ovunque, il nostro vicino e noi siamo figli dello stesso Padre”. Marco Caramagna, direttore della Voce Alessandrina (Alessandria), ricorda che “il principio della pace assume una valenza particolarmente importante per i credenti, giorno dopo giorno. E senza di esso c’è solo una certezza: l’odio per tutti”. Dunque, “che cosa possiamo fare noi per la pace nel mondo?”, riflette Vincenzo Finocchio, direttore dell’Appennino Camerte (Camerino-San Severino Marche): “Prima di tutto pregare e impegnarsi per ricomporre i rapporti di convivenza nella giustizia e nell’amore. Il mio augurio è che si formi una catena d’impegno per la pace che unisca tutti gli uomini e le donne di buona volontà!”. Dello stesso parere è Giulio Donati, vicedirettore del Piccolo (Faenza-Modigliana), per il quale “il nostro vegliare, il nostro digiunare sono il contributo piccolo ma necessario per evitare il peggio che in questi giorni abbiamo sentito pronunciare dai grandi della terra come fosse cosa ‘inevitabile’”.

 
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