La morte di Margherità Hack

Alcuni editoriali ricordano la scomparsa dell’astronoma Margherita Hack, il 28 giugno, a 91 anni. “Una critica che comunque mi sembra giusta è che la Hack ha usato la propria fama di scienziata per dare una patina di ragioni scientifiche a scelte esistenziali del tutto personali e rispettabili come quelle di chiunque. Le sue posizioni religiose o meglio anti-religiose non hanno nulla di scientifico e non sono collegabili con l’astronomia o la fisica”, sostiene Elio Bromuri, direttore della Voce (Umbria). Stefano Fontana, direttore di Vita Nuova (Trieste), dal canto suo, osserva: “Lo scienziato ateo può fare professione di ateismo, come lo scienziato credente può fare professione di fede religiosa. Né l’uno né l’altro, però, possono fondare queste loro professioni sulla scienza. Possono fondarle sulla ragione”. Quando i due fanno professione del loro ateismo o della loro fede “lo fanno in modo diverso. Il primo non ha motivi razionali per proclamare il proprio ateismo, il secondo ha motivi razionali per proclamare la propria fede. Ambedue non hanno motivi scientifici. Ma il credente ha motivi razionali e l’ateo no. Ecco perché spesso la professione di ateismo da parte dello scienziato ateo diventa ideologia”.
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