LA GIOIA DI CREDERE ACCENDE LA GIOIA DI ANNUNCIARE

E’ un libro da leggere a piccole dosi. È un consiglio che fornisce l’autore. È un consiglio che anch’io mi sento di sottoscrivere. “Uomini e donne di fede” (Edizioni San Paolo – Milano, pagg. 166, euro 10) di don Marco Doldi è uscito da poche settimane. “Quattro percorsi sui sentieri del credere” è il sottotitolo che subito fa comprendere il contenuto. Il volume vuole essere un sussidio per riscoprire l’essenza della nostra fede. Il cristianesimo non è un pensiero filosofico. Non è neppure una dottrina, né un insieme di regole. Il cristianesimo è una Persona. “All’inizio dell’essere cristiano – scrive Doldi nell’introduzione richiamando quanto pronunciato da papa Benedetto a Verona, al Convegno ecclesiale del 2006 – e quindi all’origine della nostra testimonianza di credenti – non c’è una decisione etica o una grande idea, ma l’incontro con la persona di Gesù Cristo che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva”. La fede nasce da un incontro e vive di un incontro, aggiunge don Doldi. La gioia di credere accenda la gioia di annunciare. E la fede cresce quando è vissuta come esperienza di un amore ricevuto e quando viene comunicata come esperienza di grazia e di gioia. Il cristianesimo mette le ali alle persone. È quello che vuole dimostrare l’autore che dedica paginette densissime a sessanta testimonianze di uomini e donne che hanno vissuto la fede lungo duemila anni di storia cristiana. Si tratta di profili che mettono in contatto diretto con chi ha vissuto con intensità la propria esistenza. Ed è una lettura che riempie il cuore e la mente. “La fede è l’inizio di un cammino di perfezione da svolgere su questa terra. Conoscere il nome di Cristo e credere in lui è una grazia superiore che è stata data, a cui bisogna rispondere nel modo più degno che questo nome esige. La fede non è la promessa di un domani migliore. Non è solo questo. E non è soprattutto la rinuncia a qualcosa per un domani migliore. “Dirsi cristiano è riconoscere il dono ricevuto e la responsabilità di portarne il nome”. Il libro di Doldi merita di essere letto. All’apertura dell’anno della fede costituisce un utilissimo strumento per chiunque desideri approfondire le ragioni della propria esistenza. I motivi ultimi del vivere, le risposte all’interrogativo che ogni giorno ci poniamo: perché sono al mondo? Chi mi ha voluto qui e per quale motivo? Se uno sa che nel campo c’è un tesoro, va, vende tutto quello che ha e compra quel campo – racconta la parabola evangelica – per avere quel tesoro. Perché non esiste altro di meglio al mondo che possedere quel bene prezioso. È in quel tesoro il senso dell’esistenza.
 
(lunedì 15 ottobre 2012)
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