ITALIA ED EUROPA

“L’Italia si proietta in Europa”. Matteo Renzi ha iniziato il semestre di presidenza dell’Ue e questo offre diversi spunti ai giornali Fisc. “Dobbiamo continuare a sperare che è possibile costruire gli Stati Uniti d’Europa in cui credettero i primi protagonisti e contrastare lo spirito disfattista che ha mandato al Parlamento europeo un esercito di nemici dell’Europa. Pensare di ritornare a rifugiarsi nei nostri Stati nazionali, nonostante sbagli e ritardi nel perseguire il sogno europeo, è veramente un processo regressivo”, sostiene Gianpiero Moret, direttore dell’Azione (Vittorio Veneto). “Crescita e occupazione sono le parole chiave in cima alla nuova agenda comunitaria renziana, flessibilità nell’adozione delle regole sul deficit, e ancora immigrazione”, sottolinea Marco Zeni direttore di Vita Trentina (Trento). Nella “ricerca di un rinnovato orizzonte di senso Matteo Renzi ha una risorsa fondamentale – fa notare Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza) – il patrimonio di tradizione e valori cristiani. Nelle radici cristiane dell’Europa può trovare molti elementi utili e quanto mai attuali e che, mai come ora, possono servire per dare nuova motivazione allo stare assieme”. Certo, in Europa c’è molto da lavorare, come lamenta Vincenzo Finocchio, direttore dell’Appenino Camerte (Camerino-San Severino Marche): “A fine maggio, a dispetto della volontà popolare e all’indomani delle votazioni europee, Strasburgo ha sbattuto la porta in faccia a ‘Uno di Noi’, cioè ha respinto l’appello di quasi due milioni di europei per il riconoscimento della dignità umana all’embrione fin dal suo concepimento”. Per Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina), “o torniamo ai motivi per cui è nata l’Europa come comunità di popoli e di Stati, oppure sarà sempre di più considerata come un peso da sopportare e da eliminare prima possibile”. Perciò, “da due sani principi non si può prescindere: la solidarietà e la sussidiarietà, da rendere concreti in ogni agire. In Italia e in Europa”. Nei prossimi sei mesi, è l’opinione di Toscana Oggi (settimanale regionale), “la presidenza del Consiglio europeo offre all’Italia alcune opportunità da sfruttare al meglio: l’Italia avrà il compito importante di mediare fra i vari componenti del Consiglio e di scrivere l’agenda dei lavori”. A giudizio di Emilio Salvatore, direttore editoriale di Clarus (Alife-Caiazzo), “bisogna fare l’Europa per assicurare la nostra pace, il nostro progresso e la nostra giustizia sociale che deve anzitutto servirci da guida. Tutta la nostra costruzione politico-sociale presuppone un regime di moralità internazionale”. In questo senso è un brutto segnale quello che è avvenuto nel Parlamento europeo, fa notare Marco Caramagna, direttore della Voce Alessandrina (Alessandria): “Il volta spalle di alcuni deputati europei durante l’esecuzione dell’Inno alla gioia di Ludwig van Beethoven all’apertura dei lavori del Parlamento europeo non è un comportamento corretto”. Intanto, dall’Europa si chiedono “riforme in cambio di flessibilità: è il senso dell’accordo europeo raggiunto a Bruxelles la scorsa settimana – ricorda l’Ora del Salento (Lecce) -. Una possibile boccata d’ossigeno per l’Italia o aria fritta? Sul punto i giudizi sono contrastanti, ma c’è la sensazione che una flessibilità limitata, e condizionata dall’occhialuto controllo tedesco, non è la ricetta migliore per lenire i mali del Belpaese”. L’Europa ora si trova anche ad affrontare non solo questioni interne, ma anche il continuo flusso di migranti: “Le risorse spese oggi per pattugliare e assistere potrebbero servire domani per educare e diffondere libertà e benessere. Ma bisogna prendere sul serio questa sfida. Cor…

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