Grande interesse ha suscitato lincontro di preghiera per la pace in Terra Santa voluto dal Papa. Ha qualcosa di paradossale lincontro di preghiera che si è tenuto domenica sera nei giardini vaticani, sottolinea Gianpiero Moret, direttore dellAzione (Vittorio Veneto), perché hanno pregato insieme ebrei, cristiani e musulmani che hanno una radice religiosa comune, ma ebrei e musulmani si odiano e si combattono, mentre i cristiani sono spesso vittime di questa contrapposizione. In realtà, pregare Dio per la pace vuol dire riconoscere che la pace è un obiettivo al di là delle nostre forze e tuttavia voluto da Dio, per cui il nostro dovere, se vogliamo essere credenti fedeli, è chiedere a lui la forza per impegnarci per realizzarla. È stato chiesto a Dio il dono della pace, evidenzia Paolo Lomellini, editorialista della Cittadella (Mantova), perché quella vera può venire solo da Lui. Non è stata però sottaciuta la responsabilità di noi uomini. La pace richiede coraggio, è stata non a caso lespressione più incisiva di Francesco. Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia), mette in risalto che i gesti di fraternità offerti da Papa Francesco al popolo ebreo in questi ultimi giorni hanno mostrato a tutti i crescenti sentimenti di stima e di affetto che da tempo la Chiesa riserva ai seguaci della prima religione abramitica. LAraldo Abruzzese (Teramo-Atri) riprende la nota di Cristiana Dobner, editorialista del Sir: Linutilità, tanto deprecata e svilita, della preghiera, assurge così a valore assoluto: ogni creatura, dinanzi al Creatore invoca ed è priva di ogni sovrastruttura simile a un puntello umano. Nudità che il Padre di tutti attende, perché attende che le persone se ne avvedano e chiedano a Lui laiuto. Secondo Davide Maloberti, direttore del Nuovo Giornale (Piacenza-Bobbio), lincontro dell8 giugno è una lezione anche per lItalia: il vero cambiamento del Paese non nascerà da alchimie politiche, ma solo da un ritorno a Dio. Non possiamo negarlo. Il Papa con questo gesto ha infatti lanciato al mondo intero una sfida: la preghiera, laffidare a Dio il cammino delluomo, ha la forza di cambiare la storia. La Guida (Cuneo) sostiene che tutti i grandi leader sociali e politici, da Martin Luther king e Mahatma Gandhi, per arrivare ai nostri contemporanei, Nelson Mandela, Ann San Suu Kyi e Papa Francesco, hanno segnato una svolta generando un cambiamento benefico per la collettività. La Voce Alessandrina (Alessandria) pubblica i testi di Papa Francesco, Abu Mazen e Shimon Peres. Sempre del Papa parla Corrado Avagnina, direttore dellUnione Monregalese (Mondovì), anche se per motivi diversi. Ricordando lespressione usata dal Pontefice nelludienza del 4 giugno scorso – fare la mugna quacia -, scrive: Siamo grati a Papa Francesco per lardire che ha avuto nel riproporre il piemontese più gustoso.