Parte dalla morte del piccolo David a Bologna leditoriale del Piccolo (Faenza-Modigliana): di fronte al sorgere di nuove povertà occorre imparare ad essere pronti a cogliere il grido di aiuto, a volte muto, di chi fatica, materialmente o moralmente, a far fronte alle ordinarie esigenze di vita: basterebbe così poco, per accorgersi delle situazioni di disagio e disperazione di chi abita poco lontano da noi. Nessun futuro. È una delle tante conseguenze che ci ha lasciato la cultura della post-modernità, che impera in particolare nei Paesi opulenti viventi sotto linflusso del capitalismo. Per la verità, insieme al futuro, è sparito anche il passato, è la denuncia di Giordano Frosini, direttore di Vita (Pistoia). Parla del terribile riflusso individualista che caratterizza questo nostro tempo e delliperattivismo imposto dal moderno stile di vita Giuseppe Rabita, direttore di Settegiorni dagli Erei al Golfo (Piazza Armerina), per il quale tutto ciò è il tentativo (sempre fallito) di riempire di attività il vuoto esistenziale tipico delluomo moderno. Per Amazio Possenti, direttore del Popolo Cattolico (Treviglio), il bene di ciascuno sta nellattivare e alimentare la fiammella di speranza cristiana nella comunità, una identità che aiuta ciascuno a ritrovare il proprio senso, spesso smarrito.