IL PAPA

Francesco è “forte, credibile, coraggioso”. Così gli editoriali dei settimanali cattolici descrivono Bergoglio. “Il Papa è domanda di preghiera per il suo apostolato; è un incoraggiamento a confidare nella tenerezza divina anche per chi non vive secondo i comandamenti e secondo la morale della famiglia; è una denuncia schietta dell’ingiustizia, accompagnata da un amore autentico per i poveri; è una telefonata per confortare e per ricordare il compleanno o l’onomastico di un amico; è un dolore impegnato a pulire il cortile della Chiesa; è una vita di famiglia a Santa Marta per scansare qualsiasi privilegio o l’impressione di godere di uno status speciale come i potenti”. Questo è l’identikit di Francesco, secondo Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone). Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina), sottolinea: “Si fa presto a dire Papa Francesco, ma poi tutti ci nascondiamo quando veniamo a conoscenza di situazioni spiacevoli. Scappiamo davanti a una denuncia da fare, davanti a una giustizia da ricercare. Chiudiamo le finestre di casa, non vediamo quel che accade attorno a noi. Blindiamo le porte del nostro cuore, costretti in noi stessi dall’egoismo che ci impedisce di scorgere il vicino che tende la mano, che aspetta solo un nostro gesto di vicinanza, di condivisione”. Per l’Eco del Chisone (Pinerolo), il Papa “è perfettamente consapevole della storia che stiamo vivendo: sa di vivere in un’umanità ferita, dove la Chiesa si trova in mezzo ad un campo di battaglia e il suo compito oggi è innanzitutto quello del samaritano”. Ricordando la visita del Papa a Lampedusa un anno fa, Corrado Avagnina, direttore dell’Unione Monregalese (Mondovì), afferma: “Ogni soluzione è migliorabile, in una strategia di accoglienza. Ma intanto ci si ponga, innanzitutto, dalla parte di chi è fuggito sperando di avere una nuova prospettiva di vita e si ritrova in mezzo a mille pastoie, dopo aver rischiato la vita in mare”. E per i morti nel Mediterraneo Pietro Pompei, direttore dell’Ancora (S.Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto), ricorda che contro “l’indifferenza ha tuonato ancora una volta Papa Francesco nell’Angelus domenicale, dopo un anno da quel ‘Vergogna’ buttato in faccia a un mondo che vuole apparire civile”. Sulle pagine del Nuovo Diario Messaggero (Imola) il vescovo, monsignor Tommaso Ghirelli, scrive: “Nel caso specifico dei profughi, oltre a recepire gli accordi internazionali, la Santa Sede e gli episcopati nazionali hanno svolto frequenti richiami al dovere morale di accogliere nei limiti del possibile gli esuli, i rifugiati e gli immigrati”. Gianpiero Moret, direttore dell’Azione (Vittorio Veneto), ricorda: “Facciamo parte di un’unica umanità e tutti dobbiamo farci carico di queste tragedie, ciascuno secondo le proprie possibilità”. Un altro dramma richiamato frequentemente dal Papa è la disoccupazione. “Da tempo – evidenzia Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia) -, quel profeta disarmato che risponde al nome di Papa Francesco sta ripetendo parole di condanna per questa situazione che non accenna a migliorare e di esortazione a fare tutto il possibile per vincere o, perlomeno, ridurre in estensione e profondità questa autentica cancrena che corrode mortalmente l’intero corpo sociale”. Perciò, sottolinea Toscana Oggi (settimanale regionale), “Papa Francesco invoca con urgenza un ‘Patto per il lavoro’: un patto che vada oltre l’orizzonte nazionale e che investa l’Europa”. Anche Pierluigi Sini, direttore della Voce del Logudoro (Ozieri) affronta lo stesso tema: “Francesco ha chiesto a tutti i rappresentanti uno sforzo affinché si provveda a creare le condizioni per offrire lavoro. Avere un’occupazione è avere una dignità”. Per …

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