IL NUOVO ANNO

“Gioiosi messaggeri”. “Lo sguardo al futuro”. “Un nuovo passo anche per le nostre città”. Sono alcuni dei titoli degli editoriali che i settimanali dedicano all’anno nuovo e a quello appena passato. “Perché iniziare un editoriale con gli auguri?”, si chiede Bonifacio Mariani, direttore del Nuovo Amico del Popolo (Chieti-Vasto). “Perché – chiarisce – i problemi sono tanti, i motivi di preoccupazione veramente schiaccianti. Ma il timore, il cinismo, la rassegnazione, la lamentela, il livore, il qualunquismo, il populismo, non sono atteggiamenti seri, non portano a soluzioni”. L’augurio è “caratteristica del coraggio e della laboriosa costruzione del bene, è frutto di uno sguardo sereno e adulto su ogni realtà”. “La nostra aspettativa per il nuovo anno è che si vada oltre le promesse e si garantisca ad ogni persona un lavoro che possa offrire una esistenza libera e dignitosa”, dichiara Pino Malandrino, direttore della Vita Diocesana (Noto). Questo il proposito di Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina), per il nuovo anno: “Vorremmo essere ‘gioiosi messaggeri di proposte alte, custodi del bene e della bellezza che risplendono in una vita fedele al Vangelo’, come indicato con estrema chiarezza al n. 168 dell’esortazione apostolica ‘Evangelii gaudium’”. E, aggiunge, “al tempo stesso vorremmo abbandonare il comodo criterio del ‘si è sempre fatto così’ per intraprendere la via dell’audacia e della creatività più volte invocata da Papa Francesco”. Per Luigi Sparapano, direttore di Luce e Vita (Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi), “l’anno nuovo chiede a tutti un passo nuovo nel cammino delle comunità civili ed ecclesiali”. Ogni nuovo giorno, sostiene Walter Lamberti, direttore della Fedeltà (Fossano), è “un’occasione per vivere pienamente il presente e anticipare il futuro lanciando in avanti il nostro cuore. La speranza della fede ci dice anche questo. Non per un ottimismo a buon mercato, ma per impegno concreto a camminare con la consapevolezza che non siamo soli”. E il Piccolo (Faenza-Modigliana) riporta: “Il volto di una città è come un mosaico: ognuno è un piccolo tassello che contribuisce a disegnare ombre o sorrisi, il rosso e il nero della violenza e delle ingiustizie, o lo splendore della fraternità. È l’augurio di buon anno al mondo, risuonato a più voci nel passaggio dal vecchio al nuovo anno, soprattutto nelle parole di Papa Francesco”. “Tra noi adulti circoli la voglia di un anno da costruire bene, in modo sensibile, umano, laborioso, semplice”: è l’auspicio di Settegiorni dagli Erei al Golfo (Piazza Armerina). Facendo riferimento all’abitudine di “mangiare un piatto pieno di lenticchie per avere un anno finanziariamente fortunato” nella notte di Capodanno, Emmaus (Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia) chiarisce: “Propiziarsi il futuro e confidare nella fortuna sono i segni di una cultura che lega la propria felicità all’acquisire beni materiali”, ma “gli studi sulla felicità testimoniano l’importanza di una vita ricca di relazioni, di sfide e di stimoli, rispetto ai soli beni materiali”. Anche Raffaele Mazzoli, direttore del Nuovo Amico (Pesaro-Fano-Urbino), offre la sua riflessione per l’inizio dell’anno: “La pace, che è la sintesi di ogni possibile ricerca, è lì a portata di mano. ‘Gloria a Dio nel più alto dei cieli e Pace agli uomini che Egli ama’. La grande novità di un Buon Anno che inizia è tutta qui”. C’è anche chi, all’inizio del nuovo anno, fa un bilancio di quello appena trascorso, come Vincenzo Finocchio, direttore dell’Appennino Camerte (Camerino-Sanseverino Marche), che definisce l’anno trascorso veramente storico a partire da quell’annuncio dell’11 febbraio delle dimissio…

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