Sui settimanali spazio anche ad alcune riflessioni sullinizio del nuovo anno scolastico. Reimmettiamoci nella quotidianità – annota Amanzio Possenti, direttore del Popolo Cattolico (Treviglio) – con ardore e buona volontà, e senza fingerci addolorati perché ormai lontani dalla vacanza: potremmo riscoprire esperienze e prospettive di vita, forse neppure esplorate nel pensiero, e sentirci più padroni di noi stessi. Walter Lamberti, direttore della Fedeltà (Fossano), augura buona scuola, mentre ormai sta per suonare la campanella (…) tra problemi, tagli, precari. Con le legittime aspettative delle famiglie che alla scuola affidano ciò che hanno di più caro. Con il caro libri, lo zaino pesante e tutto il resto. E con fatti di cronaca che arrivano dalla scuola e che da giorni tengono banco sulle colonne dei giornali, con contorni foschi. Per lEco del Chisone (Pinerolo), la crisi della scuola non è isolata ma fa parte di una più vasta crisi che investe la famiglia, la società e le istituzioni. Forse la via duscita passa dallascolto dei protagonisti della scuola per capire cosa pensano, cosa sanno, perché agiscono, cosa desiderano. Anche perché, si legge sulla Guida (Cuneo), linsegnante lascia il segno. È la parola a rivelarlo: deriva infatti dallunione tra in e signo. In questa prerogativa stanno affiancati inscindibilmente potere e responsabilità. Lasciare un segno: come lartigiano nella creta, il pittore sulla tela, il contadino sulla terra. Ma un segno che sia una porta aperta sulla bellezza e non uno sfregio prodotto da una violazione. Toscana Oggi (settimanale regionale), guardando al primo giorno di scuola, sintetizza: Al suono della campanella, alunni e studenti sincammineranno verso le loro aule, dove troveranno un insegnante pronto ad accoglierli con, si spera, un sorriso caldo e sincero. Ognuno di questi ragazzi porta con sé il proprio mondo, che non è più esattamente quello di una società organica e armoniosa, quanto piuttosto in continua e confusa trasformazione.