IL LAVORO

Il lavoro è un altro tema caldo sul quale riflettere. Paolo Lomellini, editorialista della Cittadella (Mantova), sottolinea che è “da parecchi anni (direi più o meno da quando il premier frequentava i lupetti) che s’invoca la flessibilità, la riduzione dei lacci e lacciuoli per liberare le energie positive e progressive del libero mercato. Così in buona misura è avvenuto, ma il risultato non è stata una flessibilità virtuosa, piuttosto un aumento dilagante della precarietà e di salari risibili”. Di fronte al gran parlare che in questi giorni si fa intorno all’art 18 dello statuto dei lavoratori, Pietro Pompei, direttore dell’Ancora (S.Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto), è convinto che “il vero problema è il lavoro, e non i lavoratori. A questo punto giustamente l’abolizione dell’art. 18 serve nella misura che riesce a creare posti di lavoro”. Ettore De Faveri, direttore della Valsusa (Susa), ricordando che “la disoccupazione giovanile in Italia è al 44,2%”, ammette: “Il nostro dunque sembra sempre più un Paese senza futuro”. Che fare allora? “Restare prigionieri del nostro passato o cercare nuove vie? Lo scontro è per nulla accademico. Forse la sparo un po’ grossa, ma davvero qui si fa l’Italia o si muore”. E sulle incertezze riguardo al futuro riflette il Popolo (Tortona): “Così quello che doveva essere l’autunno della speranza si configura come una stagione delle incertezze estreme, una contingenza temporale costellata di punti interrogativi che pesano sulle scelte di ognuno”. Si addebita la crisi a tanti: e gli imprenditori? Se lo domanda Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone), che offre la sua analisi: “I nostri imprenditori mettono i soldi sotto ‘el paion’, si fa per dire – o investono in case e palazzi, in campagne -, ma non li mettono nella fabbrica. L’altro grande problema è il familismo, per cui la direzione passa ai figli che non sempre sono in grado di governare un’azienda. Vi è un eccesso di rivalità, di personalismi, che non permette di volare insieme”. Un incoraggiamento viene dalla Guida (Cuneo): “È nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie”.

 
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