IL COMPITO DEI CATTOLICI

 Di fronte alle cronache estive, riporta Fermento (Brindisi-Ostuni), “scorrendo le agenzie di stampa non è che si notino ‘reazioni’ decise da parte dei cattolici. E allora delle due, una: o costoro non hanno parlato, o non sono stati tenuti in considerazione dai media. La questione è preoccupante in ogni caso, perché evidentemente non riusciamo ad incidere nella società italiana. A Reggio Calabria il nostro banco di prova: dalla Settimana Sociale dovrà emergere la nostra volontà di ‘essere soci fondatori del Paese’”. Da Francesco Fiorino, direttore di Condividere (Mazara del Vallo), l’invito a non disperare: “Come cristiani – sale e lievito nella ‘pasta’ dell’intera umanità –, come uomini e donne dotati d’intelligenza e di coscienza critica, non possiamo farci ‘fermare’ da coloro che si ‘abbeverano’ giornalmente alle stagne acque del fatalismo e della sfiducia totale. Soprattutto dobbiamo cercare di ‘svegliare’ coloro che, pur professandosi credenti, hanno forse smarrito il vero volto del Dio che sempre “‘osserva e ascolta’ il grido e le legittime necessità del suo popolo. Insieme dobbiamo valorizzare i talenti che il Padre di tutti ci ha donato e far rifiorire in molti l’entusiasmo e la speranza”. “Il paganesimo avanza”, per Giordano Frosini, direttore di Vita (Pistoia), che parla dell’esempio “deleterio” di “coloro che contano, cominciando da quelli che hanno nelle mani le leve della società”. “Gli ideali sono quelli dei divi e delle dive che occupano l’intero spazio disponibile. Di ideali veri, di valori autentici, i soli che rimangono capaci di tenere in piedi le persone e le società, neanche a parlarne. Anche i sentimenti più ordinari e più sacri della vita, come l’amore, sono sottoposti a un’instancabile e deleteria opera di disfacimento e di distruzione. Si parla continuamente di amore, ma intanto non si è più capaci di amare”. Di fronte a questa situazione “a quando e in che modo la reazione? Bisognerebbe anzitutto prenderne coscienza: il che sembra sempre più difficile”.
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