I RISCHI DELLA MANOVRA MONTI

Mentre i giornali stanno chiudendo il numero il governo Monti si appresta a portare in Parlamento la manovra economica. Giordano Frosini, direttore di Vita (Pistoia), apprezza “il cambiamento di stile imposto alla politica dal governo dei tecnici”. Tuttavia nella manovra, lamenta Frosini, “il principio dell’equità è rimasto per molta parte nel mondo dei desideri e delle simpatie popolari”; “quanto è stato fatto non è ritenuto sufficiente per confutare il detto comune che a pagare sono sostanzialmente sempre gli stessi, i lavoratori dipendenti, i piccoli impresari, coloro che versano in maggiore difficoltà”. “Chiediamo ai deputati e senatori di fare anche loro dei veri sacrifici. Ci diano l’esempio e la cinghia comincino a tirarla loro”, reclama Ettore De Faveri, direttore della Valsusa (Susa). Mentre il Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina) riporta la lettera aperta – firmata dai direttori di otto quotidiani nazionali e da Francesco Zanotti, presidente Fisc e direttore del Corriere Cesenate – al presidente del Consiglio Mario Monti, nella quale si evidenziano “i gravissimi riflessi” del taglio dei contributi diretti all’editoria. “La manovra che il Suo governo ha predisposto – denuncia la missiva – rischia di assestare un colpo mortale a un centinaio di giornali che attualmente usufruiscono dei contributi diretti all’editoria”, con “riflessi gravissimi sul pluralismo dell’informazione e sulla stessa democrazia”.
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