Giovanni Paolo II, “un punto di riferimento”

“Il suo disegno, Giovanni Paolo II lo ha chiamato ‘nuova evangelizzazione’. Questo egli lascia come appassionato impegno per ogni uomo che avendo fatto l’esperienza della bellezza dell’incontro con Cristo, non può trattenerla per sé, ma l’annuncia, la mostra perché tutti la possano accogliere”, si legge sul Ticino (Pavia). “Giovanni Paolo II ha trasmesso al popolo di Dio l’orgoglio e la dignità di manifestarsi come cristiano. Senza mai blandire nessuno, ha indicato Cristo come la via per l’uomo di ogni tempo, la risposta piena alla domanda di senso presente nel cuore di ogni creatura”, osserva Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina). “Il ‘Santo subito’ della folla non è solo uno slancio emozionale per un Papa che ha segnato radicalmente il nostro tempo, ma il giusto spazio per chi ha testimoniato il proprio vissuto da uomo. Ovvero da santo”, sottolinea Carlo Cammoranesi, direttore dell’Azione (Fabriano-Matelica). Quella di Giovanni Paolo II, secondo Gino Mecca, direttore dell’Araldo Abruzzese (Teramo-Atri), è stata “una testimonianza travolgente, capace di provocare la caduta di muri fisici ma anche ideologici”. “Oggi Karol Wojtyla assume per tutti noi il profilo di un cristiano modello, di un credente esemplare, di un uomo di fede a tutta prova… al punto da venire proposto, misteriosamente e idealmente, come un punto di riferimento a cui attingere luce e forza, da invocare e da seguire. È ‘beato’, cioè ha vissuto la sequela del Maestro e Signore in modo eroico, senza compromessi, imprimendovi la sua originalità emblematica”, evidenzia Corrado Avagnina, direttore dell’Unione Monregalese (Mondovì) e della Fedeltà (Fossano). Guardando all’eredità spirituale lasciata dal Papa polacco, Giampiero Moret, direttore dell’Azione (Vittorio Veneto), scrive: “La presenza di cristiani convinti e con una appartenenza solida alla comunità è ciò che assicura la continuità della fede cristiana in questo mondo in cui tutto si mescola e quindi si diluisce”. Secondo Stefano Fontana, direttore di Vita Nuova (Trieste), “il motivo per cui Giovanni Paolo II è stato proclamato beato in piazza San Pietro domenica 1° maggio è ‘invisibile’: è la sua risposta alla grazia di Dio, la sua vita in comunione con Gesù Cristo, il suo amore per Maria e per la Chiesa, l’offerta della sua vita e della sua malattia alla gloria di Dio e al bene delle anime”. Infine, Marino Cesaroni, direttore di Presenza (Ancona), propone una riflessione sulle reliquie del Papa.
 
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