Giovanni Falzoni
L’armonia del tiro con l’arco

Con frecce e faretra dal 1988 a Las Vegas il centro più bello
 
Giovanni Falzoni nasce a Sartirana nel 1953. Dopo aver frequentato le scuole e le medie al paese di nascita si iscrive ad una scuola specialistica di Biella dove consegue il diploma di perito tessile. Si sposa e dal matrimonio nascono due figli. Oggi abita a Vigevano e presta la sua  attività presso una industria tessile di Cerano. Nell’ambito dell’attività sportiva coltiva grande passione per il tiro con l’arco, tanto che nel 1988 entra a far parte della grande famiglia agonistica degli amanti del tiro con l’arco, tanto che viene invitato dalla federazione a entrare nei suoi ranghi in qualità di istruttore. La sua eccezionale passione e la sua dedizione  lo conducono a diventare allenatore delle squadra giovanili dell’Italia. Ed in breve giungono anche i risultati. Il più eclatante è in conseguimento del suo allievo junior Luca Maran che nel 2012 conquista ai Campionati Mondiali Junior di Las Vegas la medaglia d’oro. Per il quadriennio olimpico 2013/2016 sarà il tecnico delle squadre  nazionali giovanili e responsabile del settore tecnico.
 
Giovanni Falzone, il suo amore per la specialità agonistica di tiro con l’arco traspare da ogni sua parola e quando lei ricorda l’affermazione di Las Vegas con un suo allievo, Luca Maran, che nel 2012 aveva conquistato la medaglia d’oro ai campionati mondiali indoor, si propone con quella carica di entusiasmo che evidentemente si è andata rafforzando dentro di lei. E la sua attività federale di tecnico dei giovani continua a spingerla a cercare le migliori affermazioni.
Il tiro con l’arco è uno sport che coinvolge e che nutre di un entusiasmo che non viene mai meno nei giovani che lo praticano. L’ambiente di chi si fa coinvolgere da tale attività agonistica è particolarmente sano, riesce ad accendere di passione i ragazzi che iniziano a praticarlo e io, essendo tecnico nazionale delle squadre junior, riesco ogni volta a sorprendermi per la passione che i miei giovani atleti riversano a piene mani nell’attività. Non c’è disciplina al mondo come quella di tiro con l’arco per imparare a misurarsi con se stessi, a superare il proprio limite nell’azione atletica, per mantenere la concentrazione, per migliorare l’equilibrio del proprio corpo, per trasformare la passione e l’impeto agonistico in un ragionamento positivo e quindi ad arrivare a individuare gli errori fino a renderli la chiave stessa dei successi. E poi lavorare con i ragazzi dà entusiasmo, in particolare a chi opera al loro fianco, perchè lo sport del tiro con l’arco conferisce a chi lo pratica quel senso di appartenenza ad una disciplina agonistica che è ricca di soddisfazioni atletici e comportamentali. E poi veder crescere chi alleno, mi comunica passione e chi lavora con me avverte quel mio sentimento e, a sua volta, lo fa proprio. E poi la enorme soddisfazione di chi è tecnico è quella di veder crescere, giorno dopo giorno, un atleta che si trasforma  da semplice praticante in un soggetto che aspira a partecipare alle competizioni, che in gara è pronto a dare tutto e che quotidianamente con il suo allenamento trova una condivisione stretta con lo strumento che gli consente di raggiungere risultati che ne fanno un vero sportivo, capace di affrontare  i sacrifici necessari per migliorare sempre di più e per competere con sempre maggior spirito di conquista.
 
Lei è uno di quei tecnici che sanno sollecitare l’agonismo degli atleti che lavorano a stretto contatto con lei. La pratica agonistica del tiro con l’arco ha necessità di condurre una preparazione specifica?
Il tiro con l’arco lo possono praticare proprio tutti, ipoteticamente dai 9 ai 90 anni, non ci sono veri e propri limiti di età. Fa soprattutto bene al tono muscolare perchè non serve la potenza fisica ma la ricerca di quel qualcosa che faccia perno su movimenti singo…

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