GIOVANI, FUTURO E PROSPETTIVE

Alcuni settimanali ritornano sulla “mancanza di futuro e di prospettive” per i giovani. Al riguardo Carlo Cammoranesi, direttore di Frontiera (Rieti), evidenzia l’importanza di “farsi portavoce non del malcontento, ma di proposte concrete che aiutino a risolvere singoli problemi” perché “denuncia e pretesa portano solo a carriere personali, a disillusioni collettive e a violente scelte elitarie. Oggi più che mai c’è bisogno, e c’è possibilità, di esperienza e testimonianza”. Insomma, si legge su Emmaus (Macerata), “a ben vedere, questo nostro tempo reclama una disperata ricerca del valore del trascendente, da coniugarsi, certo con disincantato realismo ma anche incrollabile fiducia, con una sapiente attenzione al dispiegarsi della storia. È questo il campo in cui ogni credente si troverà di fronte a nuove sfide nei prossimi anni. Vi sarà cioè bisogno di giovani e adulti in grado di saper ‘dare ragione della speranza’ che è in loro”. Oggi, rimarca Voce della Vallesina (Jesi), “c’è un gran lavoro da fare per tutti, nessuno escluso, per aiutare le nuove generazioni e farci carico del loro futuro, almeno di quello che ci compete. Comprensione delle nuove generazioni, riforme profonde a supporto della transizione scuola-lavoro, superamento del mercato duale che tutela gli occupati e rende precari gli altri sono le tre aree su cui sviluppare l’iniziativa politica, legislativa, di governo”. I giovani, denuncia Amanzio Possenti, direttore del Popolo Cattolico (Treviglio), “sostano nell’anticamera del lavoro, perpetuando la tecnica dell’‘arrangiarsi’, la peggiore delle scelte, necessitata però dalla condizione di precarietà in atto. Urge uscire dall’impasse e ridare fiato alla speranza di un lavoro quale riferimento essenziale di crescita personale e comunitaria”.
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