GALANTINO A CRACOVIA: LA PREGHIERA VERA TRASFORMA

Con la Messa celebrata il 25 luglio dal segretario generale della Cei, il vescovo Nunzio Galantino, a Cracovia, nella chiesa di San Bernardo da Siena dei padri Bernardini accanto a Casa Italia (ore 11, diretta su Raiuno), prende il via la settimana della Gmg per i giovani italiani. Anticipiamo il testo dell’omelia.
 
La preghiera: canale invisibile che ci collega a Dio permettendoci di ascoltarlo, di chiedergli perdono, di sperimentare la sua vicinanza e la sua paternità, di invocarlo per noi e per gli altri. È della preghiera che ci parla l’intenso il dialogo tra Dio e Abramo, riportato nella prima Lettura; ed è sulla preghiera che viene interpellato Gesù nel Vangelo. Una preghiera che non è evasione dai problemi e dalle responsabilità, ma esperienza viva, fatta di ascolto e di risposta, mediante la quale con Dio si instaura un rapporto autentico che spinge ad essere audaci; come audace è la preghiera di intercessione di Abramo a favore di Sodoma. Una città sulla quale nessuno avrebbe scommesso niente, eccetto Abramo. La sua preghiera di intercessione e la sua voglia di osare salvano Sodoma. La città è salva perché ci sono i giusti, anche se pochi; ma la città è salva soprattutto perché c’è Abramo uomo di preghiera, che non fa da accusatore implacabile, non parla contro ma parla a favore. Abramo, uomo di preghiera, non denuncia i misfatti, ma annuncia la possibilità di qualcosa di nuovo. Abramo, uomo di preghiera, annuncia e invita a guardare alle possibilità positive. Abramo, uomo di preghiera, è un instancabile cercatore di segni di speranza da presentare al Signore perché li valorizzi.
Di preghiera parla anche la pagina del Vangelo. Interrogato dai suoi discepoli sul modo in cui pregare, Gesù non propone formule nuove né raccomanda dei riti, indica piuttosto un percorso delineato nelle parole del
Padre nostro. Ispirandosi a quelle parole si entra con Dio in un rapporto filiale, profondo e intimo, di cui Gesù stesso è l’esempio supremo. Si impara così a pregare, a pensare e a vivere in comunione con gli altri, riconoscendo che Dio non è solo mioPadre, ma è nostro Padre, e chiedendogli non solo che perdoni i peccati individuali, ma “i nostri debiti”.
Ecco le due dimensioni fondamentali e inscindibili della vita cristiana: la figliolanza con Dio e la fratellanza con gli altri uomini. Queste due dimensioni non possono essere separate, così che ogni volta che invochiamo Dio dobbiamo portare nel cuore anche tutti i suoi figli ed essere pronti a spenderci per il loro bene; e ogni volta che guardiamo al più piccolo dei nostri fratelli, dobbiamo riconoscere l’immagine di Dio impressa in lui e quindi trattarlo con il rispetto, la cura e la dedizione che avremmo per Cristo stesso. Continuo a domandarmi come si possano tenere le mani giunte in preghiera e poi con le stesse mani respingere il fratello che chiede di essere accolto! Continuo a domandarmi come si possa con la stessa bocca invocare il Padre e pronunziare dei “no” decisi e spezzanti di fronte al bisogno del fratello! Continuo a domandarmi come si possa elevare la propria mente a Dio e semmai impegnare la stessa mente a trovare giustificazioni per chiudere il proprio cuore dinanzi a chi è profugo e perseguitato! La preghiera autentica, come ci ricorda Paolo nella seconda lettura, trasforma! Ci rende partecipi della Pasqua di Cristo e ci fa passare dalla morte a una vita nuova. Lasciamo che questa trasformazione, che è opera dello Spirito Santo, si compia anche in noi e contribuisca a rinnovare il mondo e la società in cui viviamo. Sono tanti i motivi di dolore e di preoccupazione che incontriamo attorno a noi: un circolo di violenza e di follia omicida tenta di avvolgere lo spazio pubblico e di trascinare in basso, nel timore e nella tristezza, la convivenza umana. Ciò rischia di alimentare la diffidenza e dar vita a un indivi…

Condividi