FRANCO PERADOTTO
PRETE GIORNALISTA E IL SUO TEMPO

Ciascuno ha un ricordo personale da condividere. Nessuno lo ha dimenticato. Giuseppe Accornero, prete giornalista torinese, ha raccontato la sua vita in  un libro. E’ la storia di  mons. Franco Peradotto, per tutti  don Franco, narra  di  questo prete giornalista, del suo rapporto con Torino, con la Chiesa, con la professione, una corposa biografia (oltre 500 pagine) scritta basandosi sulla conoscenza personale e fonti giornalistiche. Il libro , (ed. Effatà) è stato presentato a Torino al Centro del Novecento, venerdì scorso. Alla domanda  , l’autore ha risposto: .
Franco Peradotto (1928-2010) è stato stretto collaboratore di quattro Arcivescovi (Michele Pellegrino, Anastasio Ballestrero, Giovanni Saldarini, Severino Poletto) con mansioni sempre più impegnative: viceparroco e assistente dell’Azione Cattolica; giornalista professionista e capo della redazione de «L’Italia» (poi «Avvenire»), collaboratore di numerose testate, direttore de «La Voce del Popolo»; vicario episcopale e vicario generale; rettore del santuario della Consolata e «civis taurinensis». Uno dei padri fondatori e secondo presidente della Federazione settimanali cattolici. Animatore del Centro orientamento pastorale, collaboratore della Conferenza episcopale italiana.  Negli anni ha girato la Penisola a portare la Parola di Dio e a parlare del Vaticano II. «Ponte» tra il Duomo e il Municipio, tra i cattolici e i laici,  ha sempre dialogato nelle parrocchie, nelle sezioni politiche e sindacali, nei circoli borghesi, con i laici, i comunisti, i non credenti.
Umanità e dialogo sono state  le sue principali caratteristiche. Lo hanno ricordato bene i sindaci di un tempo Diego Novelli e Valentino Castellani che lo hanno avuto come interlocutore privilegiato. Ma anche gli amici giornalisti, animatori della Chiesa torinese, politici,  e giovani di un tempo che hanno seguito i suoi consigli e che hanno voluto ritrovarsi per parlare ancora di lui.
Chiara Genisio
(Vicepresidente Vicario della FISC)
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