FINE VITA

“Tra gli argomenti usati per favorire il disegno di legge cosiddetto Calabrò e che riguarda il fine-vita, si può ricordare il fatto che esso eviterebbe altri casi Englaro, riconoscendo la vita umana come diritto inviolabile e indisponibile”, scrive il Nuovo Diario Messaggero (Imola), secondo cui “c’è bisogno di una legge, ma è sufficiente di un solo articolo: ‘Anche nel rispetto della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, fatta a New York il 13 dicembre 2006, l’alimentazione, l’idratazione e la ventilazione, nelle diverse forme in cui la scienza e la tecnica posso fornirle alla persona umana, sono doverose forme di sostegno vitale e finalizzate ad alleviare le sofferenze fino alla fine della vita’”. Di fronte alla “notizia di un giovane morto suicida a causa della bocciatura alla maturità” Sandro Vigani, direttore di Gente Veneta (Venezia), osserva: “Sono convinto che non si decide di togliersi la vita per una bocciatura. L’insuccesso scolastico produce certamente sofferenza, ma non può portare da solo ad una sofferenza tanto grande da scegliere di chiudere la propria esistenza. È il male di vivere, che scorre silenzioso sotto i gesti e le parole di una personalità apparentemente estroversa che, nell’inceppamento di una bocciatura, emerge con tutta la sua drammatica forza, come un’onda impetuosa, e blocca il respiro interiore della vita, fa sentire impossibile continuare ad andare avanti. Il più delle volte, come nel caso di questo sfortunato giovane, è difficile scorgere i segni di questo male di vivere. Scorre dentro l’animo, come un fiume carsico, invisibile in superficie”.
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