La Voce della Vallesina (Jesi) dedica il suo editoriale alla comunione dei Santi: La festa di tutti i Santi e la commemorazione dei defunti offrono una visione della vita dove la morte biologica diventa la porta per entrare in un mondo di straordinaria festa. Sì, perché il nostro Dio non è il Dio dei morti, ma dei vivi. I Santi non hanno vissuto nelle nicchie, ma per le strade. E se hanno guardato in alto, come spesso vengono raffigurati, lo hanno fatto così bene e nella verità che, sotto la mano potente di Dio, hanno poi guardato molto bene in basso, sulla terra, alle persone concrete che hanno ritenuto essere loro affidate. Facendo così, hanno capito se stessi, definito la propria vocazione, scoperto nuove vie dello Spirito, sono diventati un suo dono alla Chiesa, allumanità, evidenzia Bonifacio Mariani, direttore del Nuovo Amico del Popolo (Chieti-Vasto). La commemorazione dei propri cari dovrebbe indurre, per Raffaele Mazzoli, direttore del Nuovo Amico (Pesaro-Fano-Urbino), a rientrare in se stessi, cercando di ritrovare il senso di uno degli episodi decisivi della propria vita. Questintimo desiderio, innato e fortemente percepibile della sopravvivenza viene interpretato da tutte le religioni fin dalla preistoria che riassumo con un detto latino vivo aeternitatem. Ma chi ha letto, in modo mirabile questa insopprimibile istanza di eternità è il Cristo morto e risorto e speranza del mondo. Unantica tradizione della Chiesa chiama il giorno della morte dies natalis, evento quindi di nascita alla dimensione definitiva dellamore, non di disperata discesa nel gorgo. Significativamente celebriamo in due giorni consecutivi i Santi e i morti, quasi fossero le due facce dellunica medaglia; si muore per vivere, in Dio e per sempre, ricorda la Voce del Popolo (Brescia). Anche il vescovo di Alessandria, mons. Giuseppe Versaldi, sulle pagine della Voce Alessandrina (Alessandria), ribadisce: Non è una circostanza casuale che la Chiesa celebri la festa di tutti i Santi immediatamente prima della memoria dei morti. I Santi, infatti, sono quei morti che la Chiesa ci assicura che hanno raggiunto la gloria definitiva presso Dio e sono destinati a risorgere per una vita senza fine nella gioia della casa del Padre. Con tutto il rispetto per le espressioni più variegate che oggi possono tenere banco, proprio non si può sopprimere un disagio serio che prende mentre si circondano le ricorrenze di Ognissanti con i colori, le maschere, le zucche di Halloween. È una reazione, per molti di noi, quasi istintiva. Dettata da quella sensazione profonda che ha portato, da secoli (forse da sempre), a misurarsi con a…