FAMILY 2012

Al centro degli editoriali dei settimanali anche il VII Incontro mondiale delle famiglie, sul tema “La famiglia: il lavoro e la festa” (Milano, 30 maggio – 3 giugno). Per L’Ora del Salento (Lecce), si tratta di un “evento controcorrente, in un tempo in cui molti considerano la famiglia un’istituzione superata: storicamente più fragile, non aiutata, messa in discussione nella sua natura originaria. Invece, pur tra mille difficoltà, la famiglia c’è e di essa c’è grande e segreta nostalgia”. Da qui l’appello di Corrado Avagnina, direttore dell’Unione Monregalese (Mondovì) e della Fedeltà (Fossano): “La società, la politica, la finanza, il mercato… dovrebbero mettersi in ascolto del mondo familiare, fatto di persone. Invece spesso e volentieri guardano al microcosmo familiare come a contesti di singole presenze, come a possibili clienti, come a soggetti da tassare e da spremere… Ma lì, invece, si condensa la vita più vera. Senza famiglia si è sradicati e smarriti”. Al centro dell’Incontro, nota Guglielmo Frezza, direttore della Difesa del Popolo (Padova), “c’è un binomio emblematico: il lavoro e la festa. (…) È sulla concretezza di questi temi che, non da oggi, il mondo cattolico sfida e provoca tutti a ridisegnare un modello di sviluppo che appare sempre più schiavo dell’effimero, intrinsecamente fragile e drammaticamente lontano da quel bene comune a cui pure, a parole, tutti dicono di richiamarsi. È una strada lunga e non priva di ostacoli, quella che ci è di fronte. Ma è anche una straordinaria occasione, sul piano pastorale e su quello della testimonianza che i cattolici possono dare all’intero Paese”. Riflettendo sempre sul binomio “lavoro” e “festa”, al centro dell’Incontro di Milano, Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), rileva “l’urgenza di una più equa e saggia ‘politica del lavoro’ che sappia contemperare le esigenze dei singoli e della loro dignità con quelle della famiglia e delle sue peculiarità. Per evitare, o limitare almeno, crescenti marginalità e per ammonire sulle giuste priorità da rispettare, pena la dispersione dei cuori e l’estraniazione delle menti, che fanno – da più parti e per diverse ragioni – sgretolare le strutture portanti di Chiesa e società”. Emilio Pastormerlo, direttore dell’Araldo Lomellino (Vigevano), ricorda, tra l’altro, a chi “sui social network ha proposto di annullare la sfilata del 2 giugno e la visita del Papa a Milano e devolvere le spese organizzative per i terremotati”, che “il Papa viene a Milano per indicare la strada della ricostruzione, che passa dalla famiglia, dal lavoro, dalla festa… e così fortifica le tante ricostruzioni da cominciare nei luoghi terremotati, che partono dall’anima e dalla solidarietà prima ancora che dai progetti tecnici o dalle sovvenzioni”. La Voce Alessandrina (Alessandria), in un editoriale di Fabrizio Casazza, delegato vescovile per la famiglia, augura che “lo stile di famiglia respirato nei vari momenti della trasferta milanese possa continuare a caratterizzare i rapporti all’interno delle nostre comunità in diocesi; le famiglie restino sempre aperte alle sorprese della benedizione divina”.

 
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