FAME E TERZO MONDO

Sui media pure l’editoriale di Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina), che critica una radio a diffusione nazionale che ha parlato di “buona notizia” per il fatto che “sono meno di un miliardo al mondo quelli che soffrono la fame”. “Stiamo in allerta per i ‘piccoli fatti’ di casa nostra – commenta Zanotti – e non ci accorgiamo delle emergenze umanitarie che rischiano di ‘disturbare’ il nostro benessere. Forse non ci vogliamo fare contagiare e forse altri non desiderano rovinarci la festa”. D’altra parte il dato rappresenta “un miglioramento che tuttavia è solo apparente e ben lontano dagli obiettivi di sviluppo del millennio sottoscritti dieci anni fa”, rileva su Verona Fedele il direttore Alberto Margoni. Parla della manifestazione “Stand Up” sugli obiettivi di sviluppo del millennio Emmaus (Macerata): “Conoscendo veramente la realtà che ci circonda, ci indigneremo e, pacificamente, insieme ‘lotteremo’ affinché anche coloro che vengono definiti ‘ultimi’ abbiano voce e non debbano più nascondere le loro difficoltà. Un’indignazione che non farà più vedere solo le conseguenze di una crisi (ovvero la povertà) ma ci aiuterà a capirne le origini spesso lontane dai luoghi in cui abitiamo”. “L’emergenza Pakistan non sembra interessare molto il mondo e i media”, anche se l’alluvione “si sta rivelando una delle tragedie più grandi della storia”, osserva Enzo Gabrieli, direttore di Parola di Vita (Cosenza-Bisignano). “Non c’è stata una mobilitazione generale. È vero, il Pakistan ci ricorda ore terribili: l’11 settembre, gli attentati, l’intransigenza, il terrorismo… Ma è anche vero che ‘ricordare’ significa (ri)portare nel cuore non solo il dolore di quei giorni o i tanti cristiani che ancora vengono aggrediti ed ammazzati, ma anche milioni di persone che non c’entrano nulla, che sono nostri fratelli, che dobbiamo raggiungere con il nostro amore e noi cristiani, non possiamo stare tranquilli, nemmeno se fossero nostri nemici e persecutori”.
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