DOTTRINA SOCIALE E BENE COMUNE

“Crisi finanziaria e sviluppo – osserva Raffaele Mazzoli, direttore del Nuovo Amico (Pesaro-Fano-Urbino) – non sono parole estranee al contesto socioculturale che l’Italia e l’Europa stanno attualmente attraversando. L’una richiama l’altra in quanto la crisi pone il problema del significato di un autentico sviluppo, quello orientato al bene comune e alla promozione della persona. La soluzione passa attraverso la combinazione di sussidiarietà e solidarietà, due parole cardini della moderna ‘questione sociale’. I cattolici che si affacciano all’esercizio della politica, come è dovere, debbono rendersene conto. Ma è altrettanto necessario che se ne rendano conto le istituzioni, il cui ruolo è quello di riconoscerli e favorirne la reciprocità”. Il direttore di Presenza (Ancona-Osimo), Marino Cesaroni, vede “nel sistema cooperativo e nell’economia sociale la strada per uscire dai fallimenti del collettivismo e del capitalismo e imboccare la strada per un nuovo progetto di sviluppo e per un nuovo modello di benessere”. E Giordano Frosini, direttore di Vita (Pistoia), mette in guardia dalla ricerca di politici cristiani “nuovi”. “I nostri politici del passato – ricorda – sono stati talmente ‘nuovi’ nella fedeltà al Vangelo e alla dottrina sociale della Chiesa che più nuovi non si può. Non c’è niente da rinnovare nella loro opera e nella loro testimonianza. C’è solo da attuare al presente lo spirito che li ha animati”.
Condividi