Quando sono stata invitata a partecipare a questo incontro per raccontare la mia esperienza, non è stato semplice accettare, ma ho pensato che poteva essere utile a qualcun altro.
Dopo diversi anni di matrimonio con una figlia già grande, un lavoro per me e mio marito, una cosa cioè tutto quello che di materiale che si possa desiderare, siamo riusciti a colmare lultimo vuoto che ci mancava, riuscire ad avere un altro figlio.
Premetto che la prima gravidanza è arrivata come richiesta e sembrava tutto normale, la seconda ha faticato ad arrivare.
Tutto è cominciato subito con il piede sbagliato. Dopo due giorni dal test di gravidanza è arrivata la prima minaccia daborto il giorno di S. Pio. Io dissi a lui se deve andare che vada, altrimenti si interrompa senza il mio volere. Iniziai le varie terapie (Proluton, Buscopan, riposo ecc.). Sembrava
che tutto andasse bene quando il 23 dicembre si ripete la minaccia daborto anche se rispettavo le direttive che mi erano state date, però anche allora tutto si stabilizza.
Il mese di gennaio eseguo lecografia morfologica. In questa si evidenzia un femore più corto. Sussegue lamniocentesi dalla quale riceviamo la diagnosi di SINDROME GENETICA.
Tutto quello che abbiamo costruito si sbriciola in pochi secondi. La voce del medico rimbomba nelle orecchie e la domanda che cosa dobbiamo fare?
Iniziamo a chiedere consulti ad altri specialisti tra cui un noto Genetista, un luminare, che non ho premesso ateo, che ci consiglia di interrompere la gravidanza. Nel frattempo ci chiedevamo perché proprio a noi? Cosa abbiamo fatto di male?
Ci siamo trovati di fronte a un bivio dove interrompere sarebbe stato più semplice che andare avanti. Mi sono riaffiorati alla mente tutti gli insegnamenti cattolici dei miei genitori, in particolare di mia madre, gli insegnamenti ricevuti durante gli studi da infermiera dai miei insegnanti di ETICA (Dott. Gusso e Padre Lino).
A quel punto ci siamo abbandonati alla volontà di Dio e come dice anche il Padre nostro sia fatta la tua volontà e abbiamo accettato ciò che ci era successo.
I mesi continuavano a passare. Il giorno delle Ceneri nel mese di febbraio ho avuto una minaccia di parto prematuro. Mi sono ricoverata e ho fatto di tutto per contenere questa bambina, alla quale sarebbe bastata un po di non curanza per farla finire di vivere. Durante tutta la Quaresima
sono stata in ospedale pregando non più che la diagnosi non fosse vera ma il danno minore.
Il sabato Santo durante una ecografia di controllo non programmato il ginecologo si accorge per puro caso che la bambina cominciava ad avere una crescita ferma da più di una settimana, e venne eseguito un taglio cesareo durgenza. Prima di essere portata in sala operatoria lostetrica mi disse una frase che io avevo detto tante volte quando lavoravo in pediatria oncopematologica Dopo il buio, vedrai la luce. Sentirla dire ha un effetto diverso che dirla.
La bambina è nata molto prematura con un peso molto basso, ma vitale perché ha avuto sempre voglia di vivere e affamata perché sopravvissuta alimentata da un cordone ombelicale quasi insufficiente alla vita.
Purtroppo i gradini da salire non erano più la diagnosi infausta dellinizio perché quella veramente non era così grave come si era pensato e detto ma prematurità che ci ha dato filo da torcere perché pesava poco più di un chilo. La bambina ha camminato tardi, ha avuto una crescita lenta e tutto ciò che è correlato alla prematurità. Questo ci ha insegnato che tutto non è matematico, che