DON BIANCHI: “UN VIAGGIO DA RACCONTARE PER APRIRE IL CUORE E LO SGUARDO DEI LETTORI OLTRE LE NOSTRE REALTA'”

“Abbiamo incontrato piccole Chiese locali, di minoranza che vivono in un Paese musulmano, offrendo una profonda testimonianza di carità. In Egitto la Chiesa la si vede per il bene che fa, per il cuore aperto a tutti senza distinzioni di fede o di etnia”.

Così don Adriano Bianchi, presidente della Federazione italiana dei settimanali cattolici (Fisc), racconta al Sir il viaggio in Egitto con un gruppo di giornalisti delle testate diocesane, vincitori del concorso “8×1000 senza frontiere”, promosso dalla stessa Fisc e dal Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica della Cei.

Per 5 giorni (28 novembre – 2 dicembre) il gruppo si è mosso tra la capitale egiziana, Il Cairo, Alessandria d’Egitto, Ismailia e Port Said per visitare le comunità locali e conoscere alcuni dei progetti sostenuti dai vescovi italiani, attraverso il Servizio per gli interventi caritativi a favore dei Paesi del Terzo Mondo, il cui responsabile, don Leonardo Di Mauro, era presente al viaggio. Attualmente sono 14 i progetti finanziati dalla Cei in Egitto (periodo 2013-2018) per un ammontare complessivo di circa 2,5 milioni di euro. I giornalisti della Fisc hanno incontrato l’Aueed (Association of Upper Egypt for Education and Development) che si occupa dell’alfabetizzazione e sviluppo in 27 villaggi dell’Alto Egitto, i Carmelitani Scalzi che gestiscono due ospedali (al Cairo e Port Said) e un asilo e i padri Comboniani, in prima linea nell’accoglienza dei rifugiati in particolar modo quelli dal Sudan, Sud Sudan, Etiopia ed Eritrea. Significativi gli incontri con il vescovo copto-cattolico di Ismailia, mons. Makarios Tewfik, e con l’ambasciatore di Italia in Egitto, Giampaolo Cantini.

Scrivere di una terra come l’Egitto, ricca di fede, di contraddizioni e di tensioni, può servire a evidenziare temi di speranza e aprire il cuore e lo sguardo dei lettori oltre le nostre realtà”.

Secondo il presidente della Fisc “i settimanali diocesani hanno sempre avuto un’apertura al mondo grazie alla presenza, per esempio, dei missionari, di associazioni e di tante iniziative solidali che partono proprio dal territorio”.

Che sono la risposta più concreta a chi, oggi, va in giro sbandierando lo slogan “aiutiamoli a casa loro”. “Noi crediamo fortemente che dobbiamo aiutare le persone a casa loro come testimonia, oramai da secoli, l’azione della Chiesa a favore della promozione umana e sociale di poveri e bisognosi, attraverso l’annuncio del Vangelo. Non è un viaggio facile – spiega don Bianchi – quello intrapreso da coloro che cercano una vita migliore lontano da fame e da guerra, perché tutti amano il proprio paese e nessuno partirebbe. La Chiesa, con le sue opere, cerca di fare in modo che ognuno trovi nella propria terra le condizioni ideali per viverci a lung…

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