DALLA PROTESTA ALLA PROPOSTA

I settimanali diocesani dedicano ampi spazi alle manifestazioni di protesta, che si stanno svolgendo in questi giorni con diverse motivazioni: dalla crisi alla politica, dai redditi bassi alla Tav… Molto spesso in questi cortei, ed è successo anche la scorsa settimana, s’infiltrano frange estremiste, che provocano “strappi profondi” alle motivazioni di partenza e “una ferita alla sicurezza e alla legalità”. Al riguardo, Bruno Cappato, direttore della Settimana (Adria-Rovigo), ricorda che “esprimere il proprio dissenso è un diritto; sostenerlo ed esprimerlo in forma violenta non è giusto”. La Valsusa (Susa) guarda, in particolare, alla questione Tav: “Che i toni siano accesi, non va certo dimostrato. È evidente. Il linguaggio delle lettere che arrivano al giornale si fa sempre più duro. Le parole sono come dei fiammiferi accesi, pronte ad appiccare il fuoco a tutto. Oramai dare alla parte avversa del mafioso, del terrorista, del criminale è più importante che ragionare, riflettere”. Da qui l’invito di Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), a “mobilitarsi in positivo”: “Un invito a gruppi e associazioni, e anche alle nostre comunità parrocchiali, a orientare il discorso più sulla proposta che sulla protesta, escogitare nuove vie e infondere fiducia. (…) Servono idee buone. E gente che le realizzi bene”. Concorda Enzo Gabrieli, direttore di Parola di Vita (Cosenza-Bisignano): “È il momento di far crescere, anche nelle nostre parrocchie, la coscienza civica, l’attenzione al bene comune da costruire insieme, superare la delega in bianco e la cultura della rassegnazione. Costruiremo così nuove strutture sociali e ci attiveremo per una cittadinanza partecipata”. Per Gianpiero Moret, direttore dell’Azione (Vittorio Veneto), “un segno inequivocabile che si vuole il bene di tutti si ha quando la volontà di riscatto si esprime facendo bene il proprio lavoro e svolgendo il proprio ruolo sociale con tutto l’impegno e nel rispetto delle leggi. Individui che diventano cittadini coscienti e impegnati sono il presupposto necessario perché anche tutto l’insieme della vita comune si rinnovi”.

 
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