CRONACA

Diversi gli spunti dalla cronaca. Ricordando il dramma del terremoto in Nepal, Vincenzo Finocchio, direttore dell’Appennino Camerte (Camerino-Sanseverino Marche), evidenzia che “per un primo soccorso il Papa ha inviato 100mila dollari. La Caritas già si è attivata su molti fronti”. “La cronaca di questi giorni, con i suoi drammi e i suoi problemi, si è rispecchiata nei volti della piccola Charlotte Elisabeth Diana, di Francesca Marina Gift e del piccolo trovato dopo giorni ancora vivo sotto le macerie della sua casa in Nepal”, che “ci raccontano le tante differenze e sofferenze del nostro presente, e che al tempo stesso ci parlano tutti, indipendentemente dalla loro ‘estrazione sociale’, l’unica lingua universale della speranza e della vita”, osserva Irene Argentiero, direttore del Segno (Bolzano-Bressanone). Per Marco Caramagna, direttore della Voce Alessandrina (Alessandria), “non c’è alternativa alla speranza contro ogni speranza. Per Francesca, Charlotte e tutti i bambini che in ogni attimo del giorno e della notte si affacciano alla luce del mondo”. Sottolineando che in città “si respira un clima sempre più difficile per i migranti”, Guglielmo Frezza, direttore della Difesa del Popolo (Padova), scrive: “L’impatto che l’arrivo dei migranti finisce per avere su una comunità alla fine dipende, più che dai numeri, dalle modalità di accoglienza, dalle strutture disponibili, dal coinvolgimento del tessuto sociale. Anche, sarà il caso di aggiungere, dalle prospettive che vengono loro offerte”. Fotografa tante situazioni di difficoltà Luciano Sedioli, direttore del Momento (Forlì-Bertinoro) nel suo editoriale: “Malattia, fame, assenza di lavoro, violenza… sono i volti di questa nostra società fragile e ingiusta. Possiamo vivere da ‘pagani… con la faccia da immaginetta’ – come ha detto Papa Francesco in una parrocchia romana – o lasciare che quei volti scavino nei nostri cuori”. Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina), ricorda le “vittime dell’eccidio che venne consumato nel carcere della Rocca di Cesena nella notte fra l’8 e il 9 maggio 1945. Sono trascorsi 70 anni, ma ancora di quei 17 uccisi nel sonno non viene fatto alcun ricordo”. “Non c’è ombra di dubbio, Carpi ha voglia di festeggiare. I successi sportivi cedono il passo alla solennità del patrono in un susseguirsi di eventi che quasi mettono in ombra, pur senza dimenticarla in fondo, l’esperienza vissuta tre anni fa e che ancora ha lasciato cicatrici sugli edifici, nelle famiglie e nei luoghi di lavoro colpiti da crisi su crisi in questi ultimi anni”, si legge su Notizie (Carpi). “La riduzione dei finanziamenti pubblici e il contrarsi dei contributi erogati dalle Fondazioni e dai privati stanno erodendo l’offerta culturale del territorio”, allora “la sfida è scrollarsi di dosso l’idea di una cultura conservatrice, elitaria, destinata a un pubblico mediamente colto e borghese”, avverte L’Eco del Chisone (Pinerolo).
 
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