“Siamo in mezzo a un guado difficilissimo. L’autunno si prospetta molto arduo e stracolmo d’insidie. La ripresa delle attività produttive dopo la pausa estiva stenta non poco
”. È l’analisi che accomuna molti editoriali dedicati all’attuale situazione economica. Per Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina), bisogna “ripartire dai risparmi. (
) È questo un anello mancante nella catena della ripresa. E poi l’investimento sul futuro, sulle nuove generazioni, per le quali occorre preparare un avvenire non costituito solo da contratti a tempo e di poche centinaia di euro. La famiglia va riportata in cima ai pensieri di chi governa. Il quoziente familiare è stato dimenticato, oscurato dai tagli indilazionabili. Entrambi vanno riproposti subito (
)”. Dello stesso avviso è Mario Barbarisi, direttore del Ponte (Avellino), il quale aggiunge: “La crisi economica e sociale senza un progetto di rilancio è destinata a precipitare. Prima che parlare di mercato e di spread sarebbe cosa giusta fare un passo indietro e riscoprire la centralità dell’uomo. L’economia, ha affermato Benedetto XVI a Madrid, in occasione della Giornata mondiale della gioventù, deve ritornare a essere uno strumento a servizio della comunità”. Secondo Emmaus (Macerata) è necessario “un mutamento culturale che sia al contempo un cambio di prospettiva e un’inversione di marcia. Occorre innanzitutto un cambio di prospettiva perché misurare il livello di sviluppo di un Paese solo con indicatori economici provoca squilibri nelle relazioni sociali e ambientali (
). Occorre anche un’inversione di marcia dei consumi perché stiamo sprecando troppo, ci siamo indebitati con il pianeta e stiamo ipotecando il futuro dei nostri figli”. Per Roberto Pensa, direttore della Vita Cattolica (Udine), “l’equilibrio tra solidarietà ed equità diventerà sempre di più una condizione fondamentale per la coesione sociale e politica”.