CRISI, FAMIGLIA, SCUOLA

Sulla crisi riflette Corrado Avagnina, direttore dell’Unione Monregalese (Mondovì) e della Fedeltà (Fossano), parlando di “una fase tutta da decifrare. Pure in mezzo a cifre che vanno e vengono, sulle quali fare chiarezza. Il lavoro mostra tutte le sue incertezze, che si riflettono – ad esempio – nel moltiplicarsi dei curriculum vitae di giovani che pervengono alle ditte e alle imprese. I lavoretti, quelli sì, spopolano, ma non sono una… sicurezza. Anzi la precarietà comincia a diventare fisiologica. E ad adattarvisi si fa enorme fatica. Non è in gioco ovviamente il mito del posto fisso, ma in ballo c’è una qualche stabilità per il presente ed il futuro. I tempi mutati impongono di ripensare l’approccio con l’occupazione e la professione. Ma non si potrà vivere perennemente sospesi ad un ramo”. Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza), annota che “il futuro del Paese si gioca in buona parte sul futuro della famiglia: per questo deve diventare una grande questione nazionale da mettere finalmente in cima alle priorità”. Mentre Bonifacio Mariani, direttore del Nuovo Amico del Popolo (Chieti-Vasto), ricorda che il nuovo anno scolastico “inizia con delle novità singolari: i tagli dovuti alla finanziaria, la riorganizzazione degli studi dovuta alla cosiddetta ‘riforma Gelmini’, la preoccupante situazione delle migliaia di precari. Eppure, non possiamo non portare l’attenzione soprattutto alla realtà propria della scuola, la pulsante umanità degli studenti e la loro formazione”. Essi rappresentano “un pezzo considerevole d’Italia, in gran parte l’Italia del futuro. Perché di questo si tratta, quando si parla di scuola: della formazione dei giovani. Non solo la consegna di quel patrimonio di conoscenze che possa avviare al lavoro, ma soprattutto la consegna di contenuti e di valori che siano utili alla formazione della persona e alla costruzione della società”. “La scuola, figlio mio, è soprattutto una stupenda opportunità – scrive Edoardo Tincani, direttore della Libertà (Reggio Emilia-Guastalla), in una ‘lettera’ al figlio –. È un’avventura ripetibile nei suoi riti ma unica nella sostanza, e tutte le volte che si ri-inizia non è mai come l’anno passato”.
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