CRISI E SOCIETA’

“Una società più giusta per superare la crisi”. È la “chiave di lettura” che accomuna molti editoriali dedicati alla crisi e ai suoi effetti. Il momento attuale, si legge sul Ticino (Pavia), “impone pesanti sacrifici a tutti i cittadini. Questi sacrifici possono essere sopportabili solo a due condizioni: comprendere le cause della crisi per evitare che essa si riproponga rendendo vani i sacrifici fatti, garantire che questi sacrifici valgano ad affermare una società più giusta”. Per Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona), “è necessario un ritorno all’etica, che significa concretamente ai valori, al primato della persona. Forse più che studiare i grandi maestri dell’economia mondiale, occorre tornare a studiare i grandi maestri di umanità. Solo in un nuovo umanesimo sarà possibile uscire dalla crisi. I giochi finanziari non bastano”. Corrado Avagnina, direttore dell’Unione Monregalese (Mondovì) e della Fedeltà (Fossano), sottolinea la necessità di “percorsi concreti, seri, coerenti… che chiamano in causa la sobrietà di un tenore di vita che deve ridimensionarsi, che sollecitano però anche una nuova creatività per inventarsi lavori, occupazioni, attività… possibili nonostante tutto, che impongono un’attitudine di solidarietà…”. Piero Altieri, già direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina), prende spunto dalla solennità della Natività di san Giovanni Battista (24 giugno – festa patronale per la diocesi) per evidenziare “il tempo favorevole, di grazia, che il santo patrono non si stanca d’indicarci: la crisi deve essere vissuta e affrontata come opportunità (…) per ribaltare la prospettiva di una dinamica economico-finanziaria che ha mostrato crudamente dove sospinge una concezione della vita e della società irretite nel nichilismo più tragico”. Bonifacio Mariani, direttore del Nuovo Amico del Popolo (Chieti-Vasto), parla della “grave situazione” in cui versa il sistema sanitario: “I conti sono conti, le cifre dettano legge, e invece le leggi dovrebbero superare i meccanismi finanziari, governarli, plasmarli sapientemente. (…) Occorre avere il coraggio, la forza di pensiero, proprio di avere come misura prima e, questa sì, irrinunciabile, la persona umana”, soprattutto i “più indifesi”. “Questo richiede la volontà di mettersi a servizio di tutti, e, nel caso specifico, di costruire insieme un nuovo paradigma per la sanità”. La Cittadella (Mantova) ricorda “l’abnegazione e la generosità delle tante forme di solidarietà e volontariato. (…) A ben vedere, gli esempi luminosi e virtuosi in questo Paese non mancano. Facciamo in modo che siano essi a dettare stili e linguaggi idonei per le sfide di questo tempo”. L’Araldo Abruzzese (Teramo-Atri) concentra la propria attenzione sulla riforma del lavoro, che “presenta diversi lati oscuri”, anche se “una cosa è certa: il mercato del lavoro va riformato subito sia per garantire un’occupazione ai milioni di giovani fuori mercato, sia per rendere più snello e moderno il sistema delle assunzioni e della flessibilità, sia per allargare le garanzie del welfare anche a coloro che oggi ne sono in parte sprovvisti”. Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone), riflette sul “dopo esami di maturità”, rilevando tra le varie “incognite” che l’“accesso agli studi universitari è per la gran parte ancora una volta più facile e ovviamente più numeroso per le classi sociali con più reddito, non avendo il nostro Paese, come altri della Comunità europea, attivato un sistema efficiente di case dello studente e di contributi economici”. Luca Sogno, direttore del Corriere Eusebiano (Vercelli), guarda alle recenti elezioni in Grecia. “Sino al 1974 – annota Sogno – il Paese visse sotto il ta…

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