CRISI E SOCIETA’

La crisi e i suoi effetti continuano a tenere banco sulle testate diocesane. “L’attuale stato di difficoltà del Paese – dice Bruno Cappato, direttore della Settimana (Adria-Rovigo) – ricade prima di tutto sulla famiglia che viene ad avere oggi meno risorse e, talvolta, deve affrontare traumi irrisolvibili. (…) Questa preoccupazione per la famiglia dovrebbe essere una sollecitudine di tutti. Senza dire che, aiutando la famiglia, si aiuta la società tutta e solo in questo modo si possono affrontare momenti difficili come quello che stiamo vivendo”. Il Nuovo Diario Messaggero (Imola) pubblica una nota del direttore della Caritas diocesana, Luca Gabbi, il quale parla dello stile con cui l’organismo pastorale “si avvicina a chi, forse più di noi, soffre maggiormente” per la crisi. “Il nostro intervento – secondo Gabbi – o sarà responsabilizzante, o non sarà efficace. Siamo destinati a vivere sempre più nell’emergenza e siamo invitati, così crediamo, a un grande realismo, a lavorare insieme ad altri, a confrontarci e a non far diventare il nostro aiuto un surrogato d’interventi che necessariamente devono essere sempre più completi, efficaci e, forse, anche selettivi”. Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone), si sofferma su “un grande imbroglio collettivo in spregio alla verità: l’evasione fiscale (…). È disonesto continuare a nascondersi dietro Equitalia che sarebbe addirittura causa di suicidi. Perché, ad esempio, non si fa un controllo dei troppi che usufruiscono di esenzione dai ticket nella sanità ma possiedono larghi beni patrimoniali, magari intestati a figli e, comunque, sconosciuti alla denuncia dei redditi. Occorrono le esenzioni per i meno abbienti, ma non vanno calcolate sulle denunce dei redditi troppo spesso non veritiere. Realismo, verità, onestà sono coscienza civile e morale. Il resto è disgregazione sociale fondata sul populismo mediatico, sulla furbizia”. Concorda Pier Giovanni Trossero, direttore dell’Eco del Chisone (Pinerolo): “Non passa giorno che non si debba leggere di continui episodi di corruzione, a tutti i livelli. Corruzione anche mascherata e solo raramente si sa di qualcuno che, alla fine‚ ne paga i danni. Perché una cosa è scoprire ipotesi di reato, altro è il recupero del maltolto alla collettività”. Per Amanzio Possenti, direttore del Popolo Cattolico (Treviglio), “il ripristino della legalità – a tutti i livelli, tra pubblico e privato, tra privati e privati, fra persone e rapporti sociali – deve orientarsi principalmente verso le regole, senza mai minarne il valore. Di esse il Paese Italia ha bisogno estremo”. Marino Cesaroni, direttore di Presenza (Ancona-Osimo), chiede di non “esasperare” situazioni che potrebbero “alimentare ipotetiche tensioni sociali ingovernabili”, ma di “azionare la solidarietà”. Per questo, nota Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina), “abbiamo bisogno di recuperare la dimensione della comunità nella quale si vive e si sperimenta la condivisione. Davanti alla prima generazione incredula, si avverte la necessità di globalizzare l’umano. Questa è la vera sfida: in un mondo in cui l’uomo si sente spesso abbandonato, possiamo portare il messaggio della speranza cristiana, l’unica che non delude mai”.

 
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