CRISI E POLITICA

La crisi economica e l’attualità politica continuano a tenere banco sulle testate diocesane. “Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi – afferma Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina) – ci giochiamo il nostro futuro e quello dei nostri figli. Non possiamo permetterci di sbagliare nessuna mossa. Per questo, ciascuno si deve spogliare dei propri interessi particolari per cercare d’individuare vie d’uscita percorribili da tutti. A cominciare dalla famiglia, la vera base di questa nostra società che rischia una disgregazione inarrestabile come conseguenza di troppi egoismi e di politiche miopi che la ignorano da lunghi anni”. Dello stesso avviso è Amanzio Possenti, direttore del Popolo Cattolico (Treviglio), il quale aggiunge: “È l’ora della responsabilità e la politica, ancor più di fronte al dramma dei senza lavoro o delle famiglie in grave crisi economica, deve esserne consapevole e attivamente impegnarsi”. Ripensando al recente incontro mondiale delle famiglie, svoltosi a Milano, Pino Malandrino, direttore della Vita Diocesana (Noto), aggiunge: “Ci sono tutte le premesse perché la famiglia esca dal suo guscio e prenda coscienza del suo peso. Possibile che il rumore della piazza abbia messo in crisi i partiti, mentre le virtù della famiglia non riescono neppure a solleticarli?”. A proposito dell’attuale situazione politica italiana, Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza), sottolinea che “la questione è che, semplicemente e drammaticamente, l’Italia non può permettersi una crisi di governo e un voto anticipato. Il costo in termini economici e sociali sarebbe devastante”. Roberto Pensa, direttore della Vita Cattolica (Udine), critica “pericolose e irresponsabili illusioni” secondo cui “la colpa della crisi è delle banche e dell’euro”, invitando invece a “fare il tifo per un risanamento guidato dalla politica, nel quale la dialettica democratica impone i giusti sacrifici a chi nel passato ha tratto maggiori vantaggi dal disordine finanziario ed elabora nuove regolamentazioni che rendano in futuro impossibile il ripetersi dei perversi meccanismi che ci hanno condotto alla crisi”. Per Marino Cesaroni, direttore di Presenza (Ancona-Osimo), “il timore è che si lavori per disancorare la politica dalle coscienze degli italiani creando astio, contrasto e fastidio”; ma “delegittimando non si migliora”. Il Nuovo Giornale (Piacenza-Bobbio) sottolinea la mancanza di “una ‘classe politica’ che intraveda nel Vangelo la possibilità d’ispirare un’azione per l’uomo, soprattutto una classe politica per il futuro. Quella legata al passato è ancora lì a immaginarsi come indispensabile”. Per il Ticino (Pavia), “oggi occorre fare ogni sforzo per evitare la caduta libera nel baratro del caos economico e, di conseguenza, sociale. Tutti noi, perché uomini di fede fiduciosi nella democrazia e nel possibile bene di tutti, facciamo in ogni modo e in ogni luogo la nostra parte, assumendoci e onorando fino in fondo le nostre responsabilità”. Elio Bromuri, direttore della Voce (Umbria), guarda all’attuale situazione dell’Unione europea: “Ognuno, nei vari Paesi europei, si deve domandare non solo che cosa possa accadere a lui se le cose vanno male e lamentarsi per quello che molti stanno soffrendo, ma anche” chiedersi cosa fare “perché il peggio non accada”.

 
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