CONSIGLIO EUROPEO

Al centro degli editoriali Fisc anche il Consiglio europeo che si tiene a Bruxelles il 28 e il 29 giugno. Per Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), “l’unificazione europea, ormai storico e meritorio baluardo di pace nel continente, ha bisogno di passi avanti che però non possono fermarsi solo alla dimensione economica (…), ma devono fare perno su altre risorse, sociali, democratiche e spirituali, patrimonio di tutti i cittadini e popoli europei. Pena il rischio che l’egemonia di pochi, o addirittura di un solo Stato, soffochi l’Unione e i suoi cittadini, configurando una sorta di nuovo funesto ‘impero’, perseguito con l’arma economica dove non riuscirono altre”. Dello stesso parere è Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona), che aggiunge: “Fino a quando un solo Paese, perché in situazione economica più florida degli altri, pretenderà di gestire il destino dell’Unione, non ci sarà speranza per una vera integrazione europea”. Per Emilio Pastormerlo, direttore dell’Araldo Lomellino (Vigevano), “bisogna ritrovare le fondamenta. Bisogna avere il coraggio di saldare quelle crepe che forse tanto consumismo e secolarismo hanno aperto nelle persone e in tanti strati della società. Ma c’è una roccia cui fare riferimento, che nessun terremoto potrà mai spostare. È la roccia di una fede spesso troppo dimenticata o bistrattata, ma che è sempre la certezza da cui ripartire, in Emilia come a Bruxelles… gli emiliani l’hanno capito, chissà i nostri ‘capi’ in Europa…?”. “Perché si rifiuta la solidarietà ai Paesi europei in difficoltà?”, domanda Emmaus (Macerata), evidenziando che “per fortuna la solidarietà è ancora ben radicata nel popolo europeo, come dimostra un sondaggio pubblicato dalla Commissione europea il 1° giugno. Otto cittadini su dieci ritengono che sia un dovere di tutti gli Stati aiutare coloro che si trovano in una situazione di bisogno”. Giovanni Tonelli, direttore del Ponte (Rimini), si “aggrappa” alle “buone notizie di solidarietà” che giungono dall’Emilia in “questi giorni cupi e di tensione, che conducono al vertice europeo di venerdì, con le borse che annunciano tempi ancor più duri, con meno lavoro, più tensioni, annunciate guerre fra poveri. Mi aggrappo a queste buone notizie e mi dico che la gente è migliore di come la si descrive. È tempo che i buoni comincino a contare un po’ di più”. Al recente vertice G20 di Los Cabos è invece dedicato l’editoriale di Cammino (Siracusa): “Niente di fatto anche al G20. I leaders mondiali non trovano la via d’uscita. Le posizioni sono distanti e ognuno difende la propria strategia. La crisi è di scala mondiale ma non c’è una soluzione buona per tutti i Paesi”.
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