CATTOLICI IN POLITICA

“Dagli scenari locali a quelli più vasti c’è bisogno di una svolta, di una riscossa della politica e dell’etica della quale i cattolici non possono non essere che protagonisti”. A sostenerlo è Luigi Taliani, direttore di Emmaus (Macerata), per il quale “è necessario e direi indispensabile tornare alla lettura dei segni dei tempi per essere contemporanei a questa storia, dove Dio parla, senza nostalgie del passato o fughe più o meno solitarie e velleitarie verso il futuro”. “Se non si riuscirà a cambiare radicalmente i propri atteggiamenti, i poveri saranno sempre più poveri, i Paesi della fame continueranno nella loro disperazione, l’ambiente naturale sarà sempre più danneggiato, la politica sarà sempre sotto il dominio dell’economia e dei detentori della ricchezza mondiale, che sono sempre meno e sempre più agguerriti. Il futuro dipende dalle nostre scelte”, afferma Giordano Frosini, direttore di Vita (Pistoia). “Pare, purtroppo, scontato e retorico ma bisogna essere capaci di rimettere al centro la persona umana, con la sua dignità e i suoi valori. Quell’uomo e quella donna che sono immagine di Dio e come tali vanno rispettati e non considerati semplicemente oggetti per il proprio trastullo o mezzi per i propri fini. È questo il ruolo guida e l’efficacia trainante a cui è chiamata la nuova generazione di cattolici in politica: per evitare di essere solamente doppioni di un altro già visto”: è l’opinione di Mauro Ungaro, direttore di Voce Isontina (Gorizia). “Speriamo che nasca presto, tra le nuove generazioni, la passione per impegnarsi in politica riscoprendola come il più esigente servizio di carità”, afferma Mario Barbarisi, direttore del Ponte (Avellino). Toscana Oggi (Toscana) ricorda che “l’impegno sociale e politico dei cattolici non può prescindere da una profonda formazione spirituale e morale”. Per Sandro Vigani, direttore di Gente Veneta (Venezia), “il nostro politico ideale ha un programma e, una volta eletto, lo persegue. E nel caso si trovi a dover fare scelte impopolari, per il bene collettivo, le fa anche a costo di rimetterci voti. Ha ben chiare, certo, quali sono le priorità del momento, le emergenze cui dover far fronte. Ma, al tempo stesso, riesce a non farsi condizionare da politiche del ‘qui e ora’ mantenendo una visione strategica a lunga scadenza”.
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