CAMPAGNA “UNO DI NOI”
Lui è stato un embrione “Puoi metterci la firma”

Non sarà una campagna pubblica “contro” qualcuno o contro qualcosa, ma “per” quel particolare “qualcuno”, il più piccolo tra gli esseri viventi della razza umana: l’embrione. Domenica 12 maggio si terrà una speciale giornata nazionale di raccolta firme per “Uno di noi”, appunto l’embrione umano. Non faremo fatica ad abituarci a riflettere su di esso, perché il Comitato nazionale che ha riproposto per l’Italia la campagna già ufficializzata in Europa e accolta dalle Istituzioni comunitarie con l’avvio della raccolta firme, ha scelto un’immagine quanto mai suggestiva e affascinante: vedremo nei prossimi giorni fuori dalle chiese, nelle sedi di associazioni e movimenti, sui siti internet, nei giornali e riviste associativi la foto di un bellissimo bambino di pochi mesi che si affaccia pensieroso da sotto una copertina. Sopra di lui lo slogan ad effetto, come tutti gli slogan, ma questa volta particolarmente “centrato”: “Anch’io sono stato un embrione. Puoi metterci la firma”. È in questa seconda parte dello slogan, il “puoi metterci la firma”, che si cela il segreto di tutta la campagna e il suo valore “trascendente”. Perché davvero non solo quel bambino, ma ciascuno di noi, i nostri padri e le nostre madri, nostra moglie e i nostri figli, tutti – bianchi, neri, gialli, scuri, chiari, nordici e del Sud – proprio tutti “siamo stati embrioni”. Sta in questo il cuore pulsante della campagna “Uno di noi”, (“One of Us” negli altri Paesi europei): ricordarci che si chiede di mettere una firma per dire alle Istituzioni europee di difendere quel bambino e tutti i bambini che si trovano nella loro fase embrionale e che, se lasciati crescere, diverranno persone piene e mature.
 
Ultima tappa storica della lotta per i diritti umani. Per raggiungere lo scopo di totalizzare in almeno sette Paesi europei un milione di firme (l’Italia è già arrivata a 85mila, la Polonia a 65mila), il Comitato italiano ha indetto questa mattina a Roma una conferenza stampa, cui hanno partecipato due parlamentari europei, Carlo Casini per l’Italia e Jaime Mayor Oreja per la Spagna, oltre a Maria Grazia Colombo, portavoce nazionale del Comitato stesso. Il dibattito è stato trasmesso in diretta sulla Radio Vaticana e ripreso da tv e social network. “La campagna per la raccolta firme ‘Uno di noi’ è di estrema importanza, perché va a completare un moto storico di liberazione che ha visto la fine della schiavitù, dell’apartheid dei neri, delle discriminazioni verso le donne – ha detto Carlo Casini -. Oggi tocca al nascituro e la sua tutela rappresenta la tappa finale del riconoscimento dei diritti di tutti e per tutti”. “Per quel giorno – ha spiegato Maria Grazia Colombo – è prevista una grande mobilitazione nelle parrocchie e di associazioni e movimenti, per raggiungere il più alto numero di cittadini che vogliono mettere la loro firma all’appello per ‘Uno di noi’”. Si potrà infatti firmare ai tavolini di migliaia di piazze e sagrati di chiese, come pure via internet nel sito www.firmaunodinoi.it. Questa seconda modalità è stata raccomandata soprattutto per i giovani, che hanno più dimestichezza con la “rete” e i social network.
 
“Tutti i politici firmino”. Rispondendo ai giornalisti, il parlamentare spagnolo Jaime Mayor Oreja, vice-presidente del gruppo del Partito popolare europeo e già ministro dell’Interno in Spagna, ha detto che “l’iniziativa ha un’importanza trascendente e storica perché non ci vogliamo rassegnare al fatto che in Europa vinca la cultura della morte. È una iniziativa dei cittadini per tutti i cittadini, non solo per i cattolici, perché la vita è di tutti”. “La questione della difesa dell’embrione non è cattolica, ma eminentemente laica e attorno ad essa noi cattolici dobbiamo impegnarci per fare dei ‘ponti’ verso gli altri e non invece alzare dei muri”, ha ribadito a sua volta Maria Grazia Colombo, mentre Casini ha affermato che “è apprezzabile l’acc…

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