Nella società del pensiero liquido, in cui si rischia di vivere senza valori, modelli di riferimento, strutture precise, in cui le identità s’indossano come magliette e si possono sostituire quando non servono più, l’anno liturgico afferma il primato della presenza dell’unico Modello e Maestro dei cristiani, il permanente appartenersi reciproco dei credenti a causa di Lui, la necessità di ritmare la propria storia al suo passo: si riferisce allAvvento nel suo editoriale Bonifacio Mariani, direttore del Nuovo Amico del Popolo (Chieti-Vasto). Allinizio di questo tempo di Avvento rammenta Gino Mecca, direttore dellAraldo Abruzzese (Teramo-Atri) il vescovo Seccia indirizza ala comunità diocesana una nuova lettera per delineare il programma del nuovo anno liturgico e pastorale. Raccogliendo le indicazioni emerse dalle assemblee diocesane, ha convenuto di restare ancora per un anno sul tema della fede, declinato per questo anno sul tema specifico della liturgia. Anche su Emmaus (Macerata) una riflessione sullAvvento, uno dei tempi forti dellanno liturgico che ci prepara a fare memoria e a celebrare la festa del Natale, la gioia di Dio che viene a condividere la nostra umanità e la nostra fragilità per farci condividere la sua stessa vita. Montefeltro (San Marino-Montefeltro) propone la riflessione del vescovo mons. Luigi Negri sul Natale: Luomo di oggi ha bisogno di Cristo e soltanto noi siamo coloro che possono portare dentro la vita di questi uomini lannunzio di Cristo, ma lannunzio di Cristo fatto carne nellesperienza di vita nuova, nell’esperienza di umanità nuova, nell’esperienza di una concreta testimonianza che la vita dell’uomo è cambiata soltanto dalla presenza di Cristo e della fede in Lui.