ATTUALITA’ POLITICA

L’attualità politica, con le sfaccettature europea, nazionale, locale, continua a tenere banco sulle testate diocesane. La Guida (Cuneo) sintetizza i vari impegni che attendono l’Unione europea nel mese di settembre e che porteranno alla “riunione dei ministri delle Finanze dell’eurozona il 15 settembre, quando potranno finalmente diventare operative le conclusioni adottate nelle diverse sedi istituzionali nei giorni precedenti. Sempre che la politica del rinvio non prevalga ancora una volta, come nel caso della Grecia tenuta sulla corda fino a ottobre, metafora di una politica europea all’insegna delle ‘calende greche’”. Questo, rileva il Ticino (Pavia), è il “tempo di scelte difficili, ma proprio per questo degne di essere perseguite”.

 
Alla situazione politica italiana guarda, invece, l’editoriale di Notizie (Carpi), che riporta quanto affermato dal card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, nei giorni scorsi: “È necessario stringere i ranghi dell’amore al Paese. È l’ora di una solidarietà lungimirante, dell’assoluta concentrazione sui problemi prioritari dell’economia e del lavoro, della rifondazione della politica e delle procedure partecipative, della riforma dello Stato”. Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza), riflette sulla presenza futura dei cattolici in politica. “Lo stile – afferma – rappresenta la base comune da cui ripartire, uno stile che sappia valorizzare prima di tutto ciò che unisce piuttosto che quello che divide. (…) I cattolici potranno essere tra gli artefici di una nuova stagione di sviluppo se sapranno rifuggire dalle logiche di sterile contrapposizione e favoriranno con determinazione il convergere della ricerca del bene comune”. Per il Momento (Forlì-Bertinoro), “parole come sobrietà e responsabilità devono ritornare di moda nella politica, nell’economia, nel vivere quotidiano, se non vogliamo che il degrado condanni le generazioni future”. Guglielmo Frezza, direttore della Difesa del Popolo (Padova), nota che “gli italiani, per scelta o per forza di cose, stanno cambiando stili di vita e di acquisto. Peccato che il nostro sistema industriale e la nostra classe politica non riescano a cogliere i segnali di novità e trasformarli in possibili motori anche di una diversa crescita economica, più sostenibile e innovativa”. Per Giuseppe Rabita, direttore di Settegiorni dagli Erei al Golfo (Piazza Armerina), “cambiare si può: la comunità dei credenti recuperi il suo spirito di profezia e abbia il coraggio di proporre nuovi, concreti stili di vita che sconfiggano la cultura dell’avere e partano dalla socialità, dal riconoscimento e dal prendersi cura dell’altro fondato sulla visione cristiana dell’uomo”. Pure Pino Malandrino, direttore della Vita Diocesana (Noto), è convinto della necessità di “un’inversione di rotta a 360 gradi che non può essere lasciata esclusivamente all’iniziativa, peraltro impopolare, del governo Monti, ma che deve trovare la collaborazione di tutti: cittadini, imprenditori, forze sociali e politiche”.
Alla politica locale è dedicato l’editoriale di Andrea Ferri, direttore del Nuovo Diario Messaggero (Imola), che parla del futuro di Imola, dopo il riassetto delle province: la scelta è tra la futura città metropolitana di Bologna e la “costituenda provincia di Romagna”. “In entrambe queste ipotesi vi sono incertezze e rischi rilevanti per Imola”, annota Ferri, puntualizzando che “si tratta di due situazioni normativamente molto diverse”. Anche Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone), si occupa del riassetto delle province con particolare riferimento a quella di Pordenone. “Finirà con Udine?”, si chiede, evidenziando che “la provincia svolgeva un compit…

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