ATTUALITA’ POLITICA

Sui giornali Fisc spazio anche all’attualità politica. La Cittadella (Mantova) denuncia “i frutti di una stagione intellettualmente misera e moralmente decadente. (…) Occorre un lavoro lungo e paziente di formazione delle coscienze i cui frutti si misureranno sulla scala di tempo delle generazioni, non certo di qualche mese o anno”, sapendo che “la questione di fondo” è “la formazione di una coscienza diffusa del valore e dell’importanza del senso civico”. Secondo Giuseppe Lombardo, direttore di Cammino (Siracusa), “per creare una nuova classe dirigente bisogna educare le giovani generazioni a non farsi attrarre dal miraggio del guadagno facile, a star lontani dagli intrighi. Il mondo potrà essere cambiato se affronteranno il loro futuro con onestà e speranza”. Silvano Esposito, direttore del Biellese (Biella), richiamando le parole del card. Angelo Bagnasco al recente Consiglio episcopale permanente, afferma: “Ci lascia senza speranza il fatto che questa classe politica, della cosiddetta ‘seconda Repubblica’, pur riservandosi trattamenti economici di altissimo livello, non riesca a corrispondere al Paese neppure minimamente quel servizio che sarebbe lecito attendersi”. Giampiero Moret, direttore dell’Azione (Vittorio Veneto), propone la logica “del dono e della gratuità” come “la via migliore non solo per dare un volto più umano alla nostra convivenza, ma anche per renderla più efficiente” e sconfiggere speculazione e crisi economica. Roberto Pensa, direttore della Vita Cattolica (Udine), si occupa del probabile “drastico taglio del numero dei consiglieri delle Regioni ordinarie”, una strada “non percorribile dal Friuli Venezia Giulia, in quanto Regione a Statuto speciale”. Ma perché, suggerisce Pensa, “non puntiamo a ottenere lo stesso risultato economico in termini di risparmio riducendo della stessa proporzione (cioè, da 59 a 30, significa pressoché dimezzarli) gli emolumenti (indennità mensile e di fine mandato, rimborsi spese e ‘pensione’) dei nostri futuri consiglieri regionali? Si tratta di una decisione che il Consiglio regionale può prendere immediatamente, in una sola seduta”. Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza), osserva che “in questi giorni in Veneto si è persa un’ottima occasione per far seguire alle parole i fatti. La Conferenza regionale delle autonomie locali, infatti, in barba alle esigenze di razionalizzazione, di risparmio, di ridefinizione moderna dell’assetto istituzionale, ha deciso che tutto deve restare com’è, e così le province rimangono sei più la città metropolitana di Venezia. Il Nuovo Diario Messaggero (Imola) parla dell’imminente riorganizzazione delle province, laddove “la legge 135/2012, articoli 17 e 18, dispone di decidere, per la nostra zona, se aderire all’area della città metropolitana di Bologna o collegarsi alla nuova Romagna (provincia di Ravenna)”. Anche Luca Sogno, direttore del Corriere Eusebiano (Vercelli), riflette sulle “future province”: queste “avranno organi non eletti direttamente dai cittadini, competenze e fondi da amministrazione di condominio. Su di esse cadrà l’oblio”. Luigi Sparapano, vicedirettore di Luce e Vita (Molfetta), ritorna sulle recenti dichiarazioni del ministro dell’Istruzione circa l’insegnamento della religione cattolica (Irc), per ribadire “la netta distinzione tra catechismo e insegnamento della religione, ampiamente espressa nelle Indicazioni nazionali che lo stesso Ministero sottoscrive d’intesa con la Conferenza episcopale”.

 
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