La posta in gioco è alta: il rinnovamento. È il commento che accomuna molti editoriali dedicati alla politica nazionale ormai proiettata verso il voto del 24-25 febbraio. Alle elezioni – scrive Pino Malandrino, direttore della Vita Diocesana (Noto) – ci separano soltanto quaranta giorni. Un tempo sufficiente per valutare le varie opzioni politiche e maturare una scelta responsabile. Al riguardo, Corrado Avagnina, direttore dellUnione Monregalese (Mondovì) e della Fedeltà (Fossano), ricorda che non sono da trascurare i connotati di coloro che si presentano a chiedere il voto. Si discute se il politico debba essere esemplare e condivisibile nella sua personalità o solo nelle scelte che opera in quanto politico, appunto. Diciamo che devessere credibile, questo sì. E pensiamo di non chiedere troppo, anzi. La credibilità si sposa con serietà. La politica resta – speriamo – una cosa seria. In essa non conta solo cosa si fa ma anche cosa si è. In questo momento, sintetizza Gino Mecca, direttore dellAraldo Abruzzese (Teramo-Atri), ogni partito cerca di pescare al meglio su personaggi che possano ottenere maggiori consensi. Cè da sperare, tuttavia, che dalle elezioni esca una solida maggioranza che abbia la forza di mettere mano a tutte quelle riforme strutturali, atte a modernizzare il Paese, a eliminare gli sprechi, a ridare speranza a un popolo depresso. Per il Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina), è verosimile che tra le proposte di chi si candida a governare lItalia ci sia la famiglia come priorità su cui concentrare promesse dinterventi e risorse. Cosa significa concretamente metterla al centro delle prossime scelte politiche? Significa soprattutto evitare che la cura da cavallo somministrata dagli ultimi governi si porti via anche il cavallo. Un programma di legislatura non può continuare a pensare solo in termini di emergenza del Paese. La Cittadella (Mantova) indica come prima e fondamentale operazione verità da svolgere nei confronti di tutta lopinione pubblica del Paese quella dellorizzonte temporale con cui dobbiamo guardare al nostro futuro. Lorizzonte che, appunto, con coraggio dobbiamo strappare dalla banalità dellimmediato e radicare invece nella prospettiva più saggia di chi ha la forza di guardare in avanti, al passaggio tra le varie generazioni. (
) Il coraggio, dunque, di un cammino che sappia assumere i tempi lunghi come caratteristica irrinunciabile. Secondo Pier Giovanni Trossero, direttore dellEco del Chisone (Pinerolo), qualunque governo verrà dopo febbraio dovrà porsi questo problema di fondo: Per far ripartire lItalia e gli italiani il sistema bancario dovrà emendarsi dallavidità che lo caratterizza e che ci penalizza tutti. Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia), ribadisce che la comunità cristiana non è semplicemente una riserva di voti, dalla quale tutti possono attingere liberamente e senza fatica. Essa dovrebbe essere un popolo attivo che si confronta coraggiosamente con tutte le altre impostazioni e prospetta un ricco patrimonio didee e di esperienze senza complessi dinferiorità. A proposito di cattolici e politici, Bruno Cappato, direttore della Settimana (Adria-Rovigo), evidenzia che la realtà più attenta del mondo cattolico – come daltra parte è sempre stato – ha il compito di approfondire il discorso per una partecipazione qualificata e coerente dei cattolici in politica e questo lo possono fare i centri studi, le associazioni e i movimenti, in una parola i laici più sensibili e attenti. Alessandro Repossi, direttore del Ticino (Pavia), auspica una politica più attenta ai bisogni reali delle persone. Dello stesso parere è