Non mancano negli editoriali lattualità ecclesiale e la cronaca locale. La Voce Alessandrina (Alessandria) riporta la prima lettera pastorale del vescovo Guido Gallese ai sacerdoti: Il nostro compito di far diventare sante tutte le persone a noi affidate – scrive il presule – è decisamente sproporzionato alle nostre capacità umane. È una grazia. Se così non fosse vorrebbe dire che della salvezza di Dio non cè veramente bisogno: basteremmo noi. E così – di fatto – diventeremmo atei. Di fronte a questo compito, prosegue, abbiamo una sfida: o ci crediamo, ovvero crediamo che Dio possa effettivamente operare la santificazione del popolo affidato alle nostre cure nonostante tutti i nostri difetti, o cediamo a sottili forme di compromesso per cui impercettibilmente cominciamo a non credere più in alcune pagine del Vangelo, che tralasciamo inconsciamente, cedendo a forme di ateismo strisciante, pur se involontario.La lettera mensile del vescovo agli adoratori si conclude sempre con la stessa raccomandazione: Invitiamo altri a far parte di questa meravigliosa famiglia che sta svolgendo un ruolo così importante nella nostra Chiesa, ricorda Voce della Vallesina (Jesi). Parlando dellesperienza degli oratori in diocesi, Alessandro Repossi, direttore del Ticino (Pavia), mette in luce: La crisi economica (nonostante le rassicurazioni di certi politici) continua a mordere e a mettere in ginocchio tante famiglie. Ma almeno dai nostri oratori arriva un sorriso di speranza. Commentando alcune vicende negative che hanno avuto per protagonisti alcuni sacerdoti, Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona), scrive: Queste vicende danno comunque sempre degli insegnamenti. La prima è per noi preti: chiamati sempre a non adagiarci nelle nostre fragilità, a non adeguarci al male che cè nel mondo; la seconda per tutti i cristiani: non interpretate gli errori di qualche prete come errori dei preti o, peggio ancora, della Chiesa. La Guida (Cuneo) propone un paragone singolare: Dio come Pollicino. Le pietruzze che Dio lascia cadere per portarci a casa sua, qualche volta ben in vista (si pensi ai sacramenti), altre volte nascoste negli anfratti, hanno le forme più varie – si legge sul giornale cuneese -: la brezza del mattino, il sorriso di un amico, laffettuosità di due innamorati: in esse, i cercatori più motivati leggono chiaramente la carezza di Dio, il Suo sorriso, la Sua tenerezza.
Dallattualità ecclesiale alla cronaca locale. LEco del Chisone (Pinerolo), denuncia: La Fiat dimentica Torino, ricordando lingente investimento nel Corriere della Sera, contrapposto allavvio di un nuovo stato di crisi della Stampa. Un dato è certo – constata – la Fiat non guarda a spese per Milano, mentre per Torino segue una politica di austerità.Padre Riccardo Pola, delegato diocesano per la pastorale del lavoro, sulle pagine del Nuovo Diario Messaggero (Imola), ricorda: Alcune grandi cooperative imolesi si trovano in difficoltà e si accingono a operare licenziamenti che avranno una ripercussione negativa sulleconomia di un territorio relativamente prospero nonostante gli ormai numerosi anni di recessione. Stefano Malagoli, direttore di Nostro Tempo (Modena), tratta, infine, di un altro tipo di problema che affligge il suo territorio: Questo territorio non è immune alle infiltrazioni della malavita organizzata e il lavoro di contrasto già iniziato (per fortuna qui non siamo allanno zero…) deve essere costante e tenace, coinvolgendo tutti i livelli della comunità modenese (da quello investigativo e istituzionale fino alle azioni che la cosiddetta società civile, tutti noi in sostanza, possiamo praticare).