ATTUALITA’ ECCLESIALE

Non mancano, sui giornali diocesani, riflessioni sull’attualità ecclesiale, con particolare riferimento al 50° del Concilio, all’Anno della fede e al Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione. Giuseppe Lonia, direttore della Scintilla (Messina), dedica l’editoriale a un “termine” che “Giovanni XXIII, all’inizio del Concilio Vaticano II, utilizzò per dire l’indirizzo, lo stile, il modo con cui si doveva procedere: aggiornamento!”. Questo, spiega Lonia, “è inteso come crescita, perfezionamento del bene sempre in atto nella Chiesa. (…) E il Sinodo sulla nuova evangelizzazione, che in questi giorni va concludendosi, ne è una significativa espressione”. Concorda Vincenzo Finocchio, direttore dell’Appennino Camerte (Camerino-San Severino Marche): “Nel Sinodo siamo insieme con i nostri contemporanei in cammino”, come ha affermato il Papa. A proposito di “nuova evangelizzazione” mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano, spiega sul mensile diocesano Millestrade che “questa esige che si torni a preparare il terreno (…), così che torni a essere recettivo e fecondo. Occorre far sì che l’uomo ridiventi sensibile a Dio sì da poterne ancora udire la Parola”. Il Popolo (Tortona) riporta alcuni capitoli di un volume (“Il Vaticano II nella storia di un prete”) di mons. Aldo Del Monte, che accompagnò al Concilio il vescovo ausiliare, mons. Carlo Angeleri. Guarda all’Anno della fede Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia): questo tempo “sarà certamente valorizzato in maniera eccellente se servirà a riprendere in mano almeno i testi fondamentali del Concilio, a studiarli approfonditamente, a portarli a livello di popolo, ad attuarli in modo completo e definitivo nella vita dell’intera comunità cristiana”. L’Anno della fede, aggiunge Davide Maloberti, direttore del Nuovo Giornale (Piacenza-Bobbio), “è stato indetto da Benedetto XVI con l’auspicio di ‘riannunciare all’uomo contemporaneo Cristo’”. Sul Nuovo Diario Messaggero (Imola), invece, una riflessione del vescovo della diocesi, mons. Tommaso Ghirelli, sulla giornata dei defunti (2 novembre). “Il ricordo annuale dei defunti – scrive il presule – è una delle manifestazioni più necessarie e universali dell’umanità. Non esiste popolo, non esiste cultura in cui sia assente il ricordo dei defunti, anche se la frequenza, i modi, le convinzioni sottostanti variano molto”. Alle ricorrenze liturgiche dei prossimi giorni (santi e defunti) è dedicato anche l’editoriale di Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), il quale evidenzia che “ricordare santi e morti diventa monito a scelte di vita radicali e coerenti: al distacco dalle cose e alla generosità delle opere, alla ricerca di giustizia ed equità, a costruire e vivere rapporti sereni con tutti, nell’umiltà e nella misericordia, nell’affidamento e nella speranza”. La “solennità di tutti i santi” è al centro dell’editoriale della Voce Alessandrina (Alessandria). “I santi – si legge tra l’altro – sono coloro che testimoniano la possibilità del seguire Cristo in ogni situazione dell’esperienza quotidiana e della storia”. Mario Barbarisi, direttore del Ponte (Avellino), invita a dire “no ad Halloween”, a “festeggiare tutti i santi” e a “ricordare i nostri defunti”. Enzo Gabrieli, direttore di Parola di Vita (Cosenza-Bisignano), ritorna sull’esondazione del Gave che nei giorni scorsi ha raggiunto la Grotta delle apparizioni di Lourdes. “Quello che è accaduto sabato per la cronaca – annota Gabrieli -, ogni giorno silenziosamente accade in quella grotta, dove un fiume di umanità ferita, malata, segnata dal peccato, tracima fino ad arrivare ai piedi di Maria, alla casa del…

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