ATTESE PER IL NUOVO ANNO

“L’augurio di vivere il nuovo anno con coraggio e responsabilità” accomuna le diverse riflessioni per l’avvio del 2015. “La situazione nel nostro Paese continua a preoccupare; e si aggiungono notizie poco rassicuranti anche da altre nazioni (l’attentato vile e brutale dei jihadisti a un giornale satirico a Parigi; l’ipotesi di uscita dall’euro da parte della Grecia, ecc.). Eppure, è necessario tenere i nervi saldi e lavorare con decisione per un futuro di speranza, ad ogni livello”, afferma Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), per il quale “i credenti devono recuperare il loro ruolo significativo – come vanno esortandoci i vescovi – che può essere determinante per la nostra società in termini ideali e in termini operativi”. Luce e Vita (Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi) si affida all’editoriale di Domenico Delle Foglie pubblicato dal Sir per esprimere il suo auspicio per il 2015: “C’è un’Italia che vorremmo libera, coraggiosa, giusta, buona, aperta, pacifica e pacificata”. E a chi dice che “sogniamo a occhi aperti”, si risponde dicendo che “noi preferiamo scommettere sui nostri sogni che svelano il seme di Dio che è stato piantato in noi. Un seme che è la radice del nostro umanesimo. Un seme morto a Gerusalemme, lanciato nel cuore dell’Europa e in quella terra prediletta che è l’Italia. A noi tutti, italiane e italiani, credenti e non credenti, la responsabilità di farlo rifiorire. L’umanesimo…”. Per Elio Bromuri, direttore della Voce (Umbria), “se vogliamo gettare uno sguardo fugace all’immediato futuro, possiamo sperare, più che prevedere, che vi sia una svolta nel costume degli italiani e degli umbri: sia nel costume morale, che è un’esigenza primaria, sia nella cultura più in generale, che tenga conto delle novità epocali che stanno avvenendo, auspicando che tale novità sia considerata con occhi nuovi, privi di illusioni e pregiudizi, con coraggio”. “Insieme. Questo avverbio semplice, apparentemente innocuo, porta in sé la condizione per il nostro domani. Dentro c’è il fidarsi dell’altro, l’essere solidali, il riconoscersi dono reciproco. Le ricadute potranno essere molteplici. Ma solo così riusciremo a lasciare finalmente alle spalle la crisi economica che entra nel suo settimo anno (!). Solo se sapremo essere più insieme, insieme come Paese, insieme come Europa, come umanità. È un’urgenza che cresce drammaticamente mentre il Vecchio Continente, a Parigi, paga al fanatismo, con una strage, un altro assurdo e violento tributo di sangue. È più che mai urgente ritrovare le ragioni dello stare assieme, ciò che unisce perché non prevalga ciò che divide”, sostiene Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza). “Il nuovo anno è iniziato con un auspicio, la ripresa, che accomuna la maggior parte degli italiani, anche se il senso che si dà a questo termine varia da persona a persona. Nell’accezione più banale, c’è chi guarda alla ripresa per vedere aumentare i suoi affari in borsa e chi, invece, spera nella ripresa per avere, almeno, il minimo per potere vivere. Tra queste due posizioni estreme, si fa sempre più strada il convincimento che nessuna ripresa potrà esserci per il singolo e per la collettività se non si creeranno le condizioni per una sua effettiva realizzazione”, evidenzia Pino Malandrino, direttore della Vita Diocesana (Noto). “Concluse le feste natalizie, il 2015 è iniziato con l’augurio di poter trascorrere un nuovo anno ricco di grazie e all’insegna di un cammino con Cristo. Le numerose difficoltà del tempo presente non devono scoraggiare l’uomo, ma al contrario devono spronare a ricercare la verità in tutte le situazioni della vita. Le numerose sfide del tempo presente saranno il banco di prova per misurare la nostra fede in colui che è venuto nel mondo per accompagnare e incoraggiare il mondo intero”, osserva Pierluigi Sini, direttore della Voce del Logudoro (Ozieri). “L’attesa del nuovo anno, la speranza di un mondo migliore, gli auguri che ci scambiamo sulla scia del Nat…

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