ATTENTATO A BRINDISI

Altro argomento di cronaca di questi giorni, che ha molto colpito l’opinione pubblica e di cui si occupano i giornali Fisc, è l’attentato alla scuola “Morvillo–Falcone” di Brindisi con la morte di Melissa Bassi e diversi studenti feriti. “Di fronte alla morte di Melissa – dice Marco Bonatti, direttore della Voce del Popolo (Torino) – rimane la considerazione più importante, formulata tra gli altri dall’arcivescovo di Torino nella sua dichiarazione: episodi come quello di Brindisi ci obbligano a confrontarci con un ‘mistero del male’ che si manifesta. Ma la reazione, l’unica ‘giusta’, ha da essere quella di un maggiore impegno personale e collettivo per la legalità, ‘che significa – scrive mons. Nosiglia – imporre a noi stessi non solo il rispetto delle leggi, ma una promozione attiva di quei valori che, nella scuola e nella società intera, sono il fondamento del bene comune’”. Davanti a un attentato come quello di Brindisi, dice Stefano Fontana, direttore di Vita Nuova (Trieste), “non c’è solo da proteggere la democrazia, c’è da proteggere l’uomo e la sua anima, affidandola a Dio”. “Dove trovare un po’ di sollievo? Da dove cominciare per sanare il nostro cuore?”, chiede Adriano Bianchi, direttore della Voce del Popolo (Brescia), per il quale “una frase del vescovo Luciano Monari è illuminante: ‘Ogni situazione che viviamo è per noi una domanda alla quale dobbiamo cercare di rispondere alla luce del Vangelo’”. Per Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona), “occorre intervenire politicamente e socialmente, se si vuole spegnere un possibile incendio” provocato dal “germe della violenza”. Secondo l’Araldo Abruzzese (Teramo-Atri), “il nostro Paese è certamente malato, ma ha ancora un tessuto sociale sano, fatto di cellule vive, di tante famiglie, giovani, anziani, cittadini onesti che hanno la speranza di vivere in pace. Melissa continuerà a sorriderci e ci aiuterà a credere che i sogni per un mondo migliore potranno realizzarsi”. Giuseppe Lonia, direttore della Scintilla (Messina), cita le parole di don Luigi Ciotti, “presente in quei giorni a Brindisi”, il quale ha chiesto di “trasformare la paura in speranza”. Si tratta, commenta Lonia, di un “bel compito! Una sfida ardua che richiede un impegno indiscutibile da parte di tutti”. È d’accordo Giampiero Moret, direttore dell’Azione (Vittorio Veneto), per il quale “tutte le componenti della nostra convivenza devono reagire” (Stato, politica, società, singoli individui). “È sbagliato – prosegue Moret – puntare solo su una componente: è colpa dello Stato inefficiente; della politica corrotta che ha rovinato tutto; della società degradata; degli individui che hanno perso ogni senso morale. Con queste visioni parziali non si realizza niente di buono”.

 
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