APPUNTAMENTI ECCLESIALI E CRONACHE LOCALI

I giornali diocesani dedicano, infine, servizi e approfondimenti anche ad alcuni appuntamenti ecclesiali e alle cronache locali. Parla della “celebrazione della Giornata Mondiale del Turismo” Luce e Vita (Molfetta), ricordando che è posta al termine dell’estate come “occasione di ringraziamento al Signore per gli itinerari turistici che tanti hanno vissuto e nei quali hanno avuto modo di apprezzare le bellezze della natura, la cultura e il contatto con realtà nuove e la fede espressa in tanti santuari e basiliche sparsi in tutto il mondo”. Sul “IX centenario del trasferimento della sede diocesana da Malamocco a Chioggia” è l’editoriale di Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), che ricorda la messa del vescovo in cattedrale di domenica 27 settembre “irradiata in tutta Italia su Rai 1”. “Ci si sente anche così più Chiesa – commenta Tosello –, uniti ai fratelli di fede che, pur lontani, condividono la stessa Parola e lo stesso Pane. Un servizio prezioso specie per malati e anziani o altri impossibilitati alla frequenza. Un segno elevato ormai da mezzo secolo a comprovare la forza e la grazia insite nell’uso dei moderni mezzi di comunicazione”. La “Settimana della Chiesa mantovana” è invece il tema dell’editoriale, sulla Cittadella (Mantova), del direttore Benito Regis: un evento che ha richiamato “alle realtà del cambiamento epocale ormai in atto da qualche decennio. E ha fatto emergere con chiarezza come esso investa la comunità cristiana, diocesi e parrocchie, chiamate non solo a prenderne coscienza ma ad abitare il cambiamento offrendovi la testimonianza dei discepoli di Cristo e del suo Vangelo”. Infine, il direttore della Gazzetta di Foligno, Enrico Presilla, parte dal “caso Caritas di Foligno” giunto sui media nazionali e partito “da un foglio affisso sul portone d’ingresso della mensa Caritas che, letto senza approfondire e senza tener conto del contesto, permetteva di accedere al servizio ai soli residenti nel territorio diocesano”. In realtà, chiarisce Presilla, “la distinzione tra residenti e ‘di passaggio’ c’era, nel senso che i primi avevano un accesso diretto alla mensa, i secondi ci arrivavano attraverso il dormitorio”.
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