AGEVOLAZIONI POSTALI

“Non si può far finta di niente. Non si può tacere. Da due mesi e mezzo, ormai, è stato emanato il decreto che, da un giorno all’altro, senza preavviso, ha eliminato le agevolazioni postali per giornali, periodici e libri”, aumentando considerevolmente i costi di spedizione. “Un fatto gravissimo che, purtroppo, sta passando sotto silenzio”. È quanto denunciano i settimanali cattolici aderenti alla Fisc (Federazione che raggruppa 187 testate), in una nota comune, redatta dai direttori del Triveneto e pubblicata sul numero in uscita di ogni giornale. Il riferimento è al decreto ministeriale del 30 marzo 2010, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 31 marzo, in base al quale vengono soppresse le tariffe agevolate postali per tutta l’editoria libraria, quotidiana e periodica. Il decreto è in vigore dal 1° aprile. Da quel giorno, sottolineano i settimanali Fisc, “si sono svolti alcuni incontri a Roma tra Poste Italiane, Editori e Governo. Incontri che però non hanno prodotto il frutto sperato e nessun accordo è stato raggiunto”. Per i direttori, “è necessario che la trattativa riparta subito, prima che l’aumento dei costi produca le sue gravi conseguenze, non solo sull’operatività dei giornali e sulla loro possibilità di giungere a destinazione, ma anche su tutto il mondo produttivo che a loro fa riferimento, dai giornalisti alle tipografie”.La trattativa, si legge nella nota comune, “deve riprendere e se ci sarà qualcuno che commenterà: ‘anche i settimanali diocesani, come tutti, non cercano altro che difendere i loro interessi’, non sarà difficile rispondere che i nostri giornali non sono aziende a fini di lucro e che la ragione più autentica, che li ha fatti nascere e continua ad animarli, è di sostenere il loro territorio e i suoi abitanti e, perciò, penalizzare i settimanali è penalizzare tutti i loro lettori”. Per questo, concludono i direttori, “la trattativa va ripresa subito e va portata avanti con la disponibilità di tutte le parti. È anche una questione di rispetto della libertà d’informazione e del suo pluralismo”.
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