Un accordo tra governo e mondo delleditoria, per arginare la grave crisi in atto e individuare le vie per la ripresa. Frutto di due mesi di trattative, è stato annunciato ieri dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega per il settore, Giovanni Legnini. Ad esso hanno aderito sigle impegnate a vario titolo nel mondo delleditoria: dal Consiglio nazionale dellOrdine dei giornalisti alla Federazione della stampa (Fnsi), dalla Federazione degli editori (Fieg) allIstituto previdenziale dei giornalisti (Inpgi), dallUnione della stampa periodica (Uspi) alla Federazione dei settimanali cattolici (Fisc) e altre ancora. Per meglio capire i termini e le prospettive di questo accordo il Sir ha parlato con Francesco Zanotti, presidente della Fisc, sigla che rappresenta 186 testate diffuse sul territorio, in massima parte espressione delle Chiese locali.
Qual è lorizzonte dellaccordo?
Due sono le grandi questioni affrontate: la prima è la crisi in cui versa il settore delleditoria e, di conseguenza, quali incentivi vadano messi in campo principalmente per lo sviluppo delle tecnologie e dei nuovi media; la seconda è il pluralismo dellinformazione, e dunque che tipo di sostegno ci debba essere per chi rende possibile tale pluralismo. Lobiettivo di fondo è non deprimere loccupazione e salvaguardare il pluralismo, così come fanno molti Paesi europei. Bisogna infatti ribadire ancora una volta che il sostegno alleditoria non è unanomalia italiana, ma un requisito necessario alla tutela del pluralismo, essenziale per un Paese democratico.
Nel dettaglio, cosa propone lintesa raggiunta?
Innanzitutto si occupa di favorire lingresso sul mercato di nuove professionalità, mantenendo daltra parte quegli strumenti che permettono luscita di chi è vicino alla pensione. Intende quindi favorire i processi dinnovazione tecnologica con misure di credito agevolato. Ancora, affronta la questione della tutela del diritto dautore anche per gli strumenti elettronici, e al contempo intende favorire il passaggio alle nuove piattaforme digitali.
Guardate allon line come a un mercato per leditoria?
Senzaltro Internet è un orizzonte ineludibile e lo vediamo anche nei nostri settimanali diocesani, che in numero sempre crescente affiancano al giornale cartaceo il sito web. Daltra parte, però, anche ieri è stato ribadito che Internet, almeno per il momento, non paga, è più un servizio che una fonte di ricavi.
Nellaccordo si parla anche di numeri, risorse da stanziare?
Questo accordo è uno degli obiettivi raggiunti dal governo nei suoi primi cento giorni. Le risorse probabilmente verranno definite nella legge di stabilità, ma è già un buon segno che ci sia consenso sullimpianto valoriale che è stato stabilito: questo lascia ben sperare che si troveranno i soldi per dare sostanza agli impegni assunti.
Riguardo alla distribuzione, specialmente con il canale postale, cè qualche novità?
Sì, laccordo prevede di promuovere la modernizzazione della rete di distribuzione e dei punti di vendita mediante incentivi fiscali. Qui è stato inserito un paragrafo apposito, perché tra i canali distributivi vi è quello delle poste, utilizzato da chi spedisce in abbonamento. Poiché il prossimo 31 dicembre scade laccordo tariffario in essere con Poste italiane, si chiede la prosecuzione dellattuale regime tariffario per il prossimo triennio. Infine, laccordo chiede di garantire un livello adeguato e stabile del fondo gestito dalla presidenza del Consiglio.