UN MODO SPECIFICO DI PRESENZA.

“Parlare di comunicazione dal punto di vista teologico e teorico – nota Carlo Lettieri, direttore di Segni dei Tempi (Pozzuoli) – è un’opportunità per dare ancora più senso al lavoro che si sta svolgendo sul territorio e, allo stesso momento, per rafforzare il cammino intrapreso”. Da qui l’impegno a “riportare nella nostra diocesi e nelle parrocchie l’esperienza maturata nei giorni del convegno” e a “trasmettere ai sacerdoti e ai fedeli la necessità di comunicare con forme e strumenti nuovi per stare al passo con il mondo che cambia”. Dello stesso avviso Marino Cesaroni, direttore di Presenza (Ancona-Osimo), il quale annuncia la decisione, presa insieme al direttore dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali, don Carlo Carbonetti, di “organizzare un momento d’informazione sui contenuti del convegno e di confronto per chi è impegnato a diversi livelli nei mass media. L’incontro ci dovrà servire anche per riorganizzare l’intero settore”. Dal convegno, dice Francesco Partisani, direttore del Montefeltro (San Marino-Montefeltro), “abbiamo ricevuto una certezza: è vero che il mondo di Internet ha una sua logica, delle sue regole, un suo linguaggio, e che per essere presenti bisogna conoscerlo, con competenza e creatività. Ma forse noi, con la nostra storia e con le caratteristiche peculiari che possediamo, possiamo anche creare un modo specifico di presenza”. Mario Barbarisi, direttore del Ponte (Avellino), ricorda che “la comunicazione, nella maggioranza delle diocesi, non è ancora l’elemento principale dell’azione pastorale”. Tuttavia, “l’era digitale offre occasioni per recuperare il tempo. La comunicazione deve essere efficace e, per essere tale, c’è bisogno di scelte condivise e concrete”. Secondo Giampiero Moret, direttore dell’Azione (Vittorio Veneto), “questo appuntamento deve incidere ancor più profondamente nella pastorale delle nostre Chiese, dando loro un deciso orientamento digitale. E in questo anche la nostra deve impegnarsi maggiormente”. Una “constatazione”, questa, condivisa da Gino Mecca, direttore dell’Araldo Abruzzese (Teramo-Atri), il quale evidenzia la necessità di “un rinnovato e più consapevole impegno a far crescere il nostro territorio sul piano degli strumenti e della qualità nella comunicazione. Di qui, l’intenzione di stimolare il clero diocesano, i movimenti e le associazioni per un’attenzione nuova verso la comunicazione (in specie quella digitale)”. Per Marco Zeni, direttore di Vita Trentina (Trento), “alcune buone idee ed esperienze presentate al convegno che vanno nella direzione di realizzare un’efficace strategia comunicativa missionaria porrebbero essere riprese e rafforzate, così da diventare strumento condiviso capace d’incidere sulla cultura della società”.
Condividi